Rubiera si gode l’argento di Pietro Riva: "La carriera è svoltata da quando sono qui"
Agli Europei il 27enne è arrivato secondo nella mezza maratona. È allenato da Stefano Baldini e da quattro anni vive nel Reggiano
La medaglia d’argento sulla mezza maratona dei campionati Europei di Roma porta la firma di Pietro Riva, giunto ad un solo secondo da Yeman Crippa per una doppietta storica. Riva, 27enne tesserato per le Fiammo Oro (Polizia) non è reggiano, ma da quattro anni vive e si allena a Rubiera, sotto la guida di Stefano Baldini. Partiamo con una presentazione?
"Sono nato ad Alba e all’atletica sono passato a 13 anni, perché prima giocavo a calcio come terzino sinistro. Il mio primo allenatore è stato Alessandro Perrone e con lui sono arrivato alla maglia azzurra. Nel 2015 ho vinto l’Europeo juniores dei 10.000 metri, poi ho stabilito il primato italiano dei 10 km su strada. A Valencia l’anno scorso ho concluso la mezza in 59’41’’, mentre i personali su 10000 e 5000 sono 27’50’’51 e 13’22’’73".
Questi sono già dati di una bella carriera cui ha dato una svolta spostandosi quattro anni fa a Rubiera.
"Vero, fu una decisione drastica; allora mi sentivo in una fase di stallo, conoscevo Stefano perché era stato d.t. delle giovanili, sapevo dai gemelli Dini la metodologia di allenamento e mi sono trasferito. Mi trovo benissimo, la Corradini è la mia seconda casa, è il posto migliore per far bene".
Parliamo dell’argento vinto a Roma?
"Stavo bene, ma ero partito con l’intenzione di arrivare tra i primi otto, perché nei giorni precedenti mi ero ritirato in una gara in pista con brutte sensazioni".
E invece?
"Ho trovato una giornata molto positiva, grande tifo e sono rimasto del gruppetto dei primi. Poi Crippa ha allungato, io mi sono staccato un po’ per rientrare ancora nel gruppo di testa".
E a quel punto?
"Ho capito che potevo arrivare ad una medaglia e ho dato fondo a tutto quello che avevo, guadagnando le posizioni che mi hanno portato a un’insperata medaglia d’argento e prima che me lo chieda lei… le racconto il rettilineo finale".
Mentre superava il secondo, il tedesco Amanal Petros, lei lo ha salutato con la mano. La giuria ha ritenuto il gesto antisportivo di lieve entità: fosse stato grave lei sarebbe stato squalificato.
"Ho sbagliato e sono stato giustamente ammonito. Non ho giustificazioni, ma non era un gesto rivolto a lui o al suo Paese. Forse mi ha innervosito che in curva si sia allargato per non farmi passare, ma ci sta e in gara non era successo niente tra noi. Mi spiace perché questo gesto ha fatto il giro del mondo, vorrei che le polemiche finissero qua. Gli offrirò una pizza. Tartufi d’Alba? Non so – ride Pietro – con quello che costano…".
Lei è iscritto anche sui 10.000, li farà?
"No, con Stefano abbiamo deciso di chiudere qui, i tempi di recupero sono davvero troppo brevi".
Alle Olimpiadi la mezza maratona non c’è.
"No e sui 10.000 non ho il minimo. Ho il miglior tempo italiano dell’anno, ma in questa gara non ci sarà nessun italiano".
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