Basket. È arrivato in città Tarik Black. Oggi visite, poi subito da Priftis

Chi gli farà spazio? Chillo e Atkins stanno dando buoni segnali ma d’ora in poi potranno avere minuti solo come numeri ’quattro’.

di FRANCESCO PIOPPI -
19 febbraio 2024
È arrivato in città Tarik Black. Oggi visite, poi subito da Priftis

È arrivato in città Tarik Black. Oggi visite, poi subito da Priftis

Tarik Black è arrivato in città ed è pronto a tuffarsi nella sua nuova avventura. Il centro ex Lakers e Olympiacos - che ha scelto la canotta numero 28 - oggi sosterrà le visite mediche con il responsabile sanitario Vincenzo Guiducci e poi si metterà subito a disposizione di coach Priftis e del suo staff. 205 cm per 120 kg, la sua stazza darà ancora più sostanza sotto i tabelloni dove dovrà dividersi i compiti con un Momo Faye che sta crescendo in maniera esponenziale.

Adesso il vero dilemma sta nel capire chi dovrà fargli spazio, perché sia Chillo che Atkins stanno dando segnali importanti, ma con questa nuova composizione del roster potranno avere minuti praticamente solo come numeri ‘quattro’, ossia da ala forte.

La pausa del campionato - che per l’Unahotels riprenderà sabato 2 marzo con l’anticipo casalingo con Trento – servirà per dirimere la questione. Potrà esserci una coesistenza? Oppure se si proseguirà in quella che era l’idea ‘pre Final Eight’ di inserire un’ala che abbia più gioco perimetrale rispetto ad Atkins? Una scelta non facile e che dipenderà anche da quelle che saranno le reali opportunità offerte dal mercato. Cambiare tanto per cambiare non è mai stato nella filosofia del club biancorosso e men che meno in quella di Claudio Coldebella che ovviamente vuole difendere le proprie scelte iniziali e dare continuità al lavoro impostato in estate. Per questo motivo e anche per l’ottimo feeling instaurato dal giocatore con Priftis, al momento non è in discussione nemmeno Briante Weber che anche in Coppa Italia - a fronte di una generosità senza eguali - ha palesato tutti i propri limiti di lettura delle partite: non un dettaglio secondario per chi dovrebbe dettare i ritmi della squadra e gestire i finali.

Fatta questa premessa, va anche detto che i gruppi non sono costruzioni ‘Lego’ o ‘Playmobil’ e inserire giocatori significa ovviamente inserire anche nuove personalità che poi devono essere accettate (e farsi accettare…) dal gruppo.

Non è affatto un caso che Black, per fare un esempio attualissimo, goda già della stima di Smith (suo compagno al Bahcesehir), di Galloway (con cui condivide anche lo stesso personal trainer) e di Weber, con cui ha giocato agli Houston Rockets. Al netto delle esigenze tecniche, privilegiare l’unità d’intenti del gruppo è un cardine da cui non si può mai prescindere. Soprattutto per una realtà come quella della Pallacanestro Reggiana che si nutre, da sempre, dello spirito che le sue squadre possono mettere in campo. Interpretando quello che è un sentire comune dei tanti tifosi che preferiscono un gruppo che lotta e si sbatte dando il massimo anziché una collezione di figurine.

Continua a leggere tutte le notizie di sport su