L’analisi di coach Martino. "Sono mancati i nostri riferimenti offensivi»

La prestazione di Harper è un caso. Il tecnico glissa: "Guardo al collettivo ed è stata una buona prova"

di Redazione Sport
15 dicembre 2024
Coach Antimo Martino con il pivot Angelo Del Chiaro

Coach Antimo Martino con il pivot Angelo Del Chiaro

"Nei minuti finali la Fortitudo è stata più lucida e più efficace". Però il tecnico forlivese, ex fischiatissimo dal pubblico bolognese come d’altronde l’altro ex Cinciarini, pur dispiaciuto, vede il bicchiere mezzo pieno e dice: "Faccio i complimenti alla Fortitudo per la vittoria, ma anche alla mia squadra che ha disputato una gara solida. Rispetto alla trasferte di Brindisi e Udine dove eravamo mancati, in una partita importante contro un’avversaria importante, siamo andati molto bene per 30 minuti, mentre nel quarto periodo abbiamo sofferto la pressione difensiva della Fortitudo. Il rammarico per la sconfitta è legato a qualche giocata dei singoli che ci è mancata, a qualche episodio come alcuni rimbalzi offensivi concessi e alcuni tiri aperti sbagliati che ci hanno condannato alla sconfitta".

Martino, interpellato sull’evidente differenza di rendimento fra le due coppie di stranieri (Harper appena 2 punti con 5 tiri), non affronta l’argomento: "Sapete che non mi piace parlare dei singoli". Però dopo poco ammette: "I numeri parlano in modo netto, in alcuni momenti i nostri riferimenti offensivi sono mancati, soprattutto nei momenti più difficili. Ma detto questo io devo e voglio guardare sempre il collettivo, per questo giudico positiva la prova della mia squadra".

Il coach risponde anche al tema della mancanza di equilibrio fra i tiri da due e i tiri da tre: Forlì ha tirato 30 volte da due e 43 volte da dietro l’arco, la Fortitudo all’opposto rispettivamente 42 e 28: "L’idea di abusare del tiro da tre non fa parte del nostro sistema, io piuttosto guardo alla qualità di tutti i nostri tiri che comunque sono stati di buon livello. Freeman è stato un giocatore determinante per la gara perché ha un atletismo che né Del Chiaro e nemmeno Magro hanno la capacità di pareggiare. Però era un qualcosa che abbiamo messo in preventivo e che abbiamo cercato di arginare in qualche modo".

Occorre guardare già avanti: "Comunque usciamo da Bologna portandoci dietro il lato positivo di una crescita evidente considerando anche la soddisfazione nel vedere Parravicini e Del Chiaro, due ragazzi del 2002, partite in quintetto e giocare la partita che hanno giocato".

s. b.

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