Per Dawson numeri migliori di Harper. Ma Forlì ha gli stessi problemi di prima
Al rientro 14 punti per Shawn: Demonte non li segnava da due mesi. Resta la carenza di un attaccante pericoloso uno contro uno

Shawn Dawson ha attaccato poco il canestro, giocando spesso in situazioni statiche
Sarà Shawn Dawson il secondo straniero dell’Unieuro da qui a fine stagione? Il suo rientro è stato definitivo? È questo l’assetto con cui Forlì vuole raggiungere i playoff? Si può pensare che Toni Perkovic sia ormai inamovibile: in una squadra poverissima di giocatori capaci di giocare uno contro uno, il croato è, di fatto, l’uomo di punta dell’attacco grazie ai suoi tiri da tre. Accanto a lui aveva giocato finora Demonte Harper, che aveva via via ridimensionato il proprio contributo offensivo fino a 6 punti di media nelle sue ultime 4 uscite. Con Dawson è andata meglio da un punto di vista realizzativo (non che ci volesse molto...), ma sotto altri aspetti il suo contributo è stato insufficiente.
Partiamo da ciò che l’americano con passaporto israeliano ha mostrato di positivo: i 14 punti segnati. Per trovare un analogo bottino da Harper, occorre tornare indietro di due mesi. Era il 17 novembre contro Cantù. Cifra toccata anche contro Orzinuovi e superata contro Verona, Rimini e Livorno. Comunque troppe poche volte. In generale, i numeri di Dawson sembrerebbero confortanti, al rientro da un infortunio: anche 3 falli subiti, 4 rimbalzi, 3 assist, 15 di valutazione, in soli 21 minuti con un fatturato di +4 durante la sua presenza. Ci sono anche 3 palle perse, l’ultima delle quali ha spento le residue speranze biancorosse, ma il suo predecessore aveva una media non certo lusinghiera di 2,79.
Ad ogni modo Dawson, ai box per quasi tre mesi e mezzo dopo una botta al ginocchio, è sembrato ancora indietro, nonostante il gm Renato Pasquali avesse assicurato su TeleRomagna che si stava "allenando a pieno regime" già prima di Rieti. Chi lo ha guardato con particolare attenzione alla sua prima vera partita casalinga avrà visto un giocatore tendenzialmente statico: spesso partiva dall’angolo e saliva in posizione di guardia, ma riceveva in situazione non dinamica. Il suo primo canestro davanti ai propri tifosi (in assoluto: contro Cento, il 2 ottobre, segnò solo tiri liberi) lo ha trovato rinculando verso il canestro, cercando il contatto col difensore. Il secondo è stato una tripla su scarico in angolo. Il terzo una situazione in cui, su rimbalzo offensivo, Cividale non è stata abbastanza svelta a riaccoppiarsi con lui, che ha tirato da tre quasi frontalmente, pressoché libero. Il quarto, sulla sirena di una partita già chiusa. Tre cesti su quattro sono triple, ma non costruite dal palleggio: una caratteristica che servirebbe dall’esterno americano, visto che nessun forlivese ce l’ha. Altrimenti si tratta di situazioni che, benché realizzate, non muovono la difesa avversaria né mettono in ritmo i compagni.
Dawson non ha neanche attaccato particolarmente il canestro. Ha subìto 2 falli che lo hanno mandato in lunetta (3/3, meglio di Harper ma anche qui non era difficile, visto che aveva il 55%). In un occasione ha sbilanciato il difensore, provocando un "oooooh" di ammirazione dal Palafiera, sbagliando però la conclusione. Ha chiuso con 1/4 da due. Se uno dei problemi dell’Unieuro contro Rieti erano stati i soli 2 liberi tirati nella ripresa, domenica il tema si è ripresentato in altra forma: solo 12 contro 26. Cividale ha subìto 23 falli, Forlì 19. Al netto di qualche decisione arbitrale discutibile, resta la sproporzione dei liberi tirati, indice di una minor pericolosità offensiva.
Insomma, l’assetto è cambiato ma i problemi ci sono ancora tutti. La società ha dato sicuramente un segnale ad Harper di quanto sia scontenta del suo rendimento ed è difficile rimpiangerlo. Tuttavia con Dawson Forlì non ha recuperato l’uomo che le serve.
Naturalmente ci sono altri uomini sbagliati nel momento sbagliato: Gaspardo da 3 punti in 17’, Del Chiaro platealmente punito da Martino, Parravicini discontinuo, Tavernelli nel ruolo in cui nelle scorse stagioni Fabio Valentini portava imprevedibilità. Si potrebbe obiettare che a Dawson serve ancora tempo, purtroppo però non c’è (e si sapeva): giovedì si va a Verona, domenica arriva Rimini. Partite che possono definitivamente svoltare negativamente la stagione oppure correggerla.
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