Priftis: "Basta espulsioni, devo contenermi"

Il tecnico: "Non è né bello né corretto. Per fortuna Fucà è all’altezza della situazione e mi ha sostituito alla grande"

di FRANCESCO PIOPPI
11 gennaio 2025
Coach Dimitris Priftis

Coach Dimitris Priftis

"Ovviamente abbiamo di fronte a noi una partita difficilissima, perché l’Olimpia adesso è nel momento migliore sia in Eurolega che in campionato - queste le prime parole di Priftis in vista del match di domani a Milano - come sappiamo hanno una squadra molto esperta, con un roster profondo e sono bravissimi a leggere le difese avversarie e a sfruttare i vantaggi, anzi direi che sono tra i migliori in Europa. Quindi servirà una partita di altissimo livello".

Coach Priftis, con la trasferta di domani si chiude un girone d’andata che si può definire di alto livello anche se dovesse arrivare una sconfitta. In questi primi mesi qual è stata la cosa più difficile su cui ha dovuto lavorare?

"Essere solidi e consistenti, oltre ad avere una fiducia costante in quello che stavamo facendo tramite nel lavoro quotidiano. La sfida più importante e difficile è sempre quella di riuscire a continuare a lottare in ogni partita per essere competitivi. E poi non si può fare a meno della buona salute di tutti i giocatori: restare lontano dagli infortuni fa la differenza".

A proposito qual è la situazione dell’infermeria biancorossa?

"Momo ha la cosa più lunga da smaltire, contro Milano non ci sarà e vediamo se potrà farcela per gara 2 con Bonn, Vitali sta giocando con un problema al piede già da diverse settimane, Chillo ha dolore ad un dito della mano e Smith torna da un periodo in cui ha giocato poco, quindi non è facile riprendere la condizione".

La squadra a Bonn è andata oltre ogni difficoltà anche quando per lei è arrivata la seconda espulsione consecutiva. La sua può essere anche una sorta di ‘strategia’ per cercare di ‘cambiare’ il metro arbitrale?

"Non è qualcosa di studiato e non è né bello né corretto. Mi prendo tutta la responsabilità perché sapermi contenere deve far parte del mio lavoro".

Il suo vice Fucà è stato all’altezza della situazione.

"Fucà è un grande, è stato bravissimo. Fede per me è una persona speciale e non solo per me, ma anche per il club. Mi ha aiutato tantissimo in entrambi gli anni, è un ottimo coach oltre che un uomo di grandi principi. È molto esigente con sé stesso e lo trasmette ai giocatori, così come Pino (Giuseppe Di Paolo, l’altro assistente). Per me la loro opinione è molto importante". Ma come ha vissuto quei minuti negli spogliatoi?

"Niente telefono, niente aggiornamenti, ho solo sperato di sentire le urla di gioia dei miei ragazzi, ma senza farmi illusioni. Poi a un certo punto è arrivato Filippo Barozzi che esultava e gli ho chiesto se davvero avessimo vinto… È stato davvero molto bello".

È stata una grande prova di squadra, ma Barford ha fatto qualcosa di clamoroso…

"Infatti mi stavo chiedendo come mai non avessimo ancora parlato di lui. Ha fatto una delle partite migliori assieme a quella di Napoli. Già da tempo però il suo apporto è in crescita e sta dimostrando perché lo abbiamo voluto questa estate, inoltre voglio sottolineare che lui in ogni partita si prende la responsabilità di difendere sull’esterno più pericoloso dell’altra squadra. Questo è un aspetto fondamentale per noi anche quando non segna tanto".

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