"Reggio ha un attacco inarrestabile». Dalla Salda sfida il suo passato: "Che gioia aver lasciato il club in A»

L’ex biancorosso da questa estate è amministratore delegato di Napoli. Con lui, come diesse, c’è Llompart "Ma la soddisfazione più grande nei miei 24 anni è stata la conquista dello scudetto Under 20".

di CESARE CORBELLI -
9 dicembre 2023
Dalla Salda sfida il suo passato: "Che gioia aver lasciato il club  in A"

Dalla Salda sfida il suo passato: "Che gioia aver lasciato il club in A"

Alessandro Dalla Salda, ci eravamo lasciati con la salvezza al PalaBigi a maggio e poi la partenza per Napoli dove è amministratore delegato della Gevi.

"Ho trascorso ventiquattro stagioni a Reggio ma, per chi era dentro, sa cosa vuol dire essere riusciti a salvarci: è stato uno dei risultati più difficili ma anche di grande soddisfazione perché mi ha permesso di lasciare Reggio in Serie A e di tuffarmi al meglio in questa nuova esperienza".

Come è stato il lavoro estivo all’ombra del Vesuvio?

"Sono partito dalla riorganizzazione societaria, portando da Reggio la mia assistente Michela Di Marco, poi mi sono concentrato sull’area tecnica dove abbiamo cambiato tutto il roster, stimolati dal fatto che non avevamo nessuno sotto contratto. Devo ringraziare i tre soci Grassi, Amoroso e Tavassi che mi hanno dato la possibilità di lavorare in piena autonomia; siamo la società più giovane della Serie A e dobbiamo costruire le basi affinché Napoli possa tornare in alto in Italia e in una vetrina europea".

Per plasmare la squadra è stato scelto un ex biancorosso, Pedro Llompart.

"L’anno che arrivò a Reggio, mi confidò che avrebbe voluto fare il direttore sportivo. Non ho pensato subito a lui, ma i diesse contattati non mi convincevano fino in fondo per questo nuovo progetto. Con Pedro abbiamo fatto una video-call e, giusto il tempo di mettere giù, che aveva già detto sì. È molto maturo, appassionato e sono molto soddisfatto".

Un bilancio di questo primo scorcio di stagione?

"Viene quasi da non crederci: sette vittorie su dieci è un record pazzesco ma penso che un primo bilancio vada tracciato a fine girone di andata. Abbiamo vinto alcune scommesse, puntando su giocatori disoccupati o provenienti da campionati dove non si tiene un livello di forma paragonabile a quello italiano. Avevamo capito che la squadra avrebbe potuto regalare soddisfazioni, ma non avremmo mai pensato di vincere così tante partite".

Dopo un novembre super, è arrivata la sconfitta contro Pistoia. Come arrivate alla sfida con Reggio?

"Non è il nostro momento migliore. Dopo le vittorie iniziali è subentrata la stanchezza mentale; abbiamo rotazioni corte, quindi pochi ragazzi che giocano molti minuti e non in tutte le partite riescono a mettere la stessa energia. Poi diciamo anche che non siamo più la sorpresa di inizio torneo; le altre squadre si stanno adattando a contenere il nostro tipo di gioco". Coach Priftis punterà su scelte oculate in attacco e cercherà di limitare i contropiedi avversari. Cosa, invece, deve fare Napoli?

"Domanda troppo tecnica... ho fiducia nel coach e nelle trappole, diciamo così, che preparerà. Però è sotto gli occhi di tutti il talento offensivo di Reggio, non ha eguali in Italia e se sta bene, in attacco è inarrestabile. Ha un’ottima classifica, forse qualcuno si aspettava qualcosa in più, ma penso sia giusto lasciare il tempo per dimostrare di essere una squadra da playoff". Torniamo al passato: quasi un quarto di secolo in biancorosso. Cosa ricorda con più affetto?

"Porto nel cuore il primo titolo vinto. Era giugno 2003 e venivamo da una eliminazione cocente nei playoff di A2. C’era frustrazione e delusione perché era il terzo anno che provavamo a tornare in A1 senza riuscirci. Invitai patron Landi a Cecina per la finale scudetto Under 20; vincemmo contro Casalpusterlengo una partita tirata, portando a casa il primo scudetto giovanile e il primo titolo di Pallacanestro Reggiana. Nel tornare, ci fermammo a cena a Forte dei Marmi e ci rendemmo conto che con i giovani ci sarebbe stato futuro; da lì iniziò un periodo molto bello che portò alla promozione in A1 l’anno successivo con una squadra sottovalutata. Per me ha significato tanto questa vittoria e quella sera non me la potrò mai dimenticare".

Domani cosa proverà incrociando la Unahotels?

"Ho già affrontato dei match da ex quando ero alla Virtus e quindi, non essendo la mia prima volta, sarà più facile (ride, ndr). Mi conoscete, Reggio è la squadra del mio cuore, la tifo fin da ragazzo e la tiferò sempre tranne quando ci gioco contro. Vivo il mio lavoro in modo professionale e la mia testa sarà solo per Napoli. Ovvio che dopo il match, avrò piacere di rivedere tanti amici, ci sarà tempo per le emozioni e trascorrerò una bellissima giornata con persone a cui sono molto legato".

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