Unieuro Forlì trionfa contro Fortitudo Bologna: vittoria fotocopia della Coppa Italia
Forlì batte Bologna replicando la vittoria della Coppa Italia, con una rimonta spettacolare e strategie vincenti.

Forlì batte Bologna replicando la vittoria della Coppa Italia, con una rimonta spettacolare e strategie vincenti.
Vincere con meno di 70 punti, tenendo i rivali sotto i 60, recuperando uno svantaggio in doppia cifra e finendo per imporsi con un gap quasi analogo. Quando era già capitato? La memoria salda i fotogrammi tra loro: sembra il PalaTiziano poi strizzi gli occhi e, no, è il Palafiera. Roma, 17 marzo 2024, finale di Coppa Italia: 61-51 (+10); Forlì, 13 aprile 2025, 36ª giornata di regular season: 67-58 (+9); sempre la Fortitudo come avversaria, alta posta in palio (allora un trofeo, stavolta i playoff). L’Unieuro non batteva Bologna da quel giorno, dopo i ko in Supercoppa e all’andata. E il copione della vittoria forlivese è stato pressoché identico, fino al dolce finale.
Le coincidenze sono impressionanti: primo quarto 15-15 allora, 11-11 domenica; poi la Fortitudo si è sbloccata prendendo il largo; addirittura in entrambe le partite è stata avanti 19-30 dopo circa 18’, stesso identico punteggio nello stesso momento del match. Domenica è stato il massimo svantaggio biancorosso; a Roma lo fu in quel momento, anche se arrivò addirittura il -13 (24-37) all’inizio del terzo quarto. Ecco, la rimonta stavolta è stata più rapida: il -3 è arrivato dopo 20’ (27-30) e non 30’ (42-45). Entrambe le volte alla Fortitudo mancava Aradori, anche stavolta Deshawn Freeman è dovuto uscire per un colpo subìto (allora fu una ditata in un occhio, stavolta un duro fallo negli ultimi secondi). E soprattutto entrambe le volte Forlì ha finito quasi per dilagare: stavolta un po’ di suspence è stata legata al conto della differenza canestri, altrimenti...
Incredibile un’altra statistica: 10/23 al tiro da due a Roma, 10/24 domenica. In un caso 28 tiri da tre, nell’altro 30. E va bene, i due allenatori sono gli stessi (Antimo Martino e Attilio Caja) ma come si fa a distanza di un anno a giocare due partite praticamente uguali?
La situazione è estremamente significativa per Forlì. Innanzitutto perché entrambe le volte ha battuto una rivale di alto livello. Anzi, in questo 2025 addirittura altissimo: un anno fa la Effe aveva Conti, Taflaj, Morgillo; ora, anche lasciando stare gli infortunati, conta su Mian, Battistini e Cusin. Senza contare che Gabriel è più pericoloso di Ogden.
Se ne deduce che Forlì vale quella vincitrice della Coppa Italia? Su questo, qualche differenza c’è: allora le due rivali erano prima e seconda nel loro girone, adesso Forlì è quarta assoluta e Bologna è 4 punti più sotto. L’Unieuro che si affaccia alla primavera 2025 è passata dalla dannosa gestione di Dawson, dal caso Harper, da cocenti sconfitte: ha inevitabilmente meno certezze e più lacune. Però è evidente che Martino le ha infuso, come in un rapporto paterno, lo stesso dna.
Era scontato? No, affatto. Rispetto alla finale di Roma l’Unieuro ha ben 7 giocatori nuovi (Magro ancora non c’era; restano solo Cinciarini, Pollone e Pascolo). Ed è strutturata in maniera profondamente diversa: mancano Zampini (che fu il miglior giocatore) e Radonjic (il top scorer quella sera), non ha un lungo Usa (Xavier Johnson) e le manca un esterno da uno contro uno come Kadeem Allen. Eppure, tra le varie difficoltà, coach Martino ha trovato una strada: la partita vinta domenica vale doppio, non solo per la classifica ma proprio perché in effetti è stato come giocarne due.
Attenzione: allora i sogni furono interrotti dall’infortunio ad Allen – ironia della sorte, presente domenica –, stavolta la squadra sta ancora crescendo. E ormai è certo che proverà a giocarsi le proprie carte fino in fondo, anche nei playoff.
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