Allenamenti speciali a Milano. Una palestra “mentale“ per i varisti. I test per sopportare la pressione

Ogni tre settimane gli addetti alle “moviole“ vengono valutati con specifici grafici e algoritmi

di Redazione Sport
17 gennaio 2024

Nelle settimane in cui gli arbitri finiscono nel tritacarne delle polemiche indotti spesso all’errore da chi dovrebbe aiutarli perché seduti davanti ad un monitor, i varisti, proprio loro, obiettivi del fole tiro a segno di presidenti e allenatori, cercano di allenare la mente. Per reggere le pressioni e sbagliare di meno. Perché, alla luce anche delle critiche continue, l’Aia le prova tutte per porre rimedio agli errori. Sviluppando ben precisi metodi di preparazione. Con questo obiettivo da alcuni mesi proprio il gruppo dei “varisti“ frequenta a Milano (all’interno della Torre PwC nel quartiere Citylife una sorta di ‘palestra’ della startup Mentale Economy, nata dall’idea di ‘Formula Medicine’ di Riccardo Ceccarelli, medico dello sport con un’esperienza di 30 anni in Formula 1.

Il funzionamento del sistema è facile da spiegare: ogni 3 settimane gli addetti al Var vengono “stimolati“ attraverso l’erogazione di percorsi di formazione collettivi e individuali, con medici e psicologi e sostengono dei test computerizzati per valutare le proprie performance mentali e il dispendio energetico. Dopo questa prima fase, scatta l’analisi delle “prestazioni“ con il contributo di innovativi hardware, algoritmi e grafici che valutano l’efficienza cerebrale e le sensazioni provate dai direttori di gara durante i test.

Non è questa una novità nel mondo dello sport, perché altri professionisti hanno già sperimentato il percorso, soprattutto alcuni tennisti affermati fra cui l’azzurro Jannik Sinner. E poi la nazionale di sci canadese e 7 team di Formula 1, altre discipline dove la concentrazione è fondamentale per reggere l’impatto con stress ed emozioni, ricorrono sempre più frequentemente alla ‘palestra mentale’. Da alcuni mesi la startup è diventata partner ideale per l’Aia, che voleva dare un supporto ai suoi varisti, chiamati a decidere nell’arco di pochi secondi, isolati fra le mura di una stanza a centinaia di chilometri dallo stadio dove si gioca, per giunta vivisezionando “fredde” immagini di un video. E per pochi istanti.

Il designatore Gianluca Rocchi sta valutando anche un uso alternativo della ‘palestra mentale’: i test che ad oggi sono utilizzati per migliorare le performance degli attuali varisti verranno riproposti nel momento della selezione dei nuovi addetti al Var. Sarà uno strumento di valutazione in più per ex arbitri e guardalinee che si avvicineranno al ruolo davanti al monitor. "Lavorare sulla mente è determinante se vogliamo crescere sempre di più - spiega il presidente dell’Associazione Italiana Arbitri Carlo Pacifici - Quello del VAR è un gruppo altamente specializzato che rappresenta un punto di riferimento a livello internazionale. Per mantenere l’eccellenza dell’AIA e delle sue varie Componenti, bisogna investire sul futuro e lavorare su progetti specifici. Così come si lavora sui muscoli, si deve lavorare sulla mente. La preparazione mentale è infatti importante per capire e superare i propri limiti".

Di fatto l’obiettivo della Mental Economy è quello di ottimizzare le risorse di chi si rivolge a loro, insegnando tecniche per mantenere calma e controllo in momenti di grande pressione dove è comunque necessario prendere decisioni. "Questo è un progetto sul quale crediamo molto – conferma il Responsabile della CAN Gianluca Rocchi – Il lavoro si sviluppa attraverso esercizi specifici mirati alla concentrazione, all’attenzione e alla gestione dello stress in Sala VAR. Un percorso formativo che ha l’obiettivo di mettere a disposizione dei video match officials uno strumento per lavorare sempre meglio. Il gruppo dei VMO è infatti sempre più specializzato e rappresenta ormai un’eccellenza a livello internazionale".

Nella scorsa settimana i 19 varisti (14 ex arbitri e 5 ex guardalinee) sono tornati a Milano per i test: lo hanno fatto, come altre volte, a gruppi di quattro, seduti su poltrone vicine tra di loro, con davanti un grande monitor. Al termine, come detto, è scattata la fase di analisi grazie ai grafici con le performance dei test, a un algoritmo che ha valutato l’efficienza celebrale. Come avviene per il fisico, la mente è allenabile. Le abilità ad essa legate infatti sono migliorabili. Da Lissone si aspettano riscontri.

Giulio Mola

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