Arezzo, sedici partite cambiando squadra. Troise cerca la strada giusta per la continuità

L’allenatore ha puntato sulla lunghezza della rosa. Tra infortuni e scelte tecniche lo stesso undici titolare non è stato mai riproposto

di Redazione Sport
14 novembre 2024
Arezzo, sedici partite cambiando  squadra. Troise cerca la strada giusta per la continuità

Emanuele Troise, 45 anni, nelle ultime tre partite ha raccolto due punti

di Luca Amorosi

AREZZO

Cercasi continuità. Questo l’obiettivo dichiarato sia dal tecnico amaranto Troise che dal direttore Cutolo in questa fase della stagione. Un proposito che va di pari passo con quello di alzare la qualità nelle due fasi e migliorare a livello di mentalità. L’arrivo della capolista Pescara al Comunale, a livello mentale e di stimoli, è una sfida che si prepara da sola, mentre a livello tattico e tecnico andrà studiata minuziosamente. Troise, dopo il pari di domenica, ha parlato dell’esigenza di fare qualcosa di diverso, anche se i tifosi gli imputano proprio di cambiare troppo. Numeri alla mano, in effetti, il tecnico napoletano non ha mai riproposto la stessa formazione tra una gara di campionato e l’altra, anche se a livello tattico il modulo di base è quasi sempre stato il 4-3-3. Va premesso che alcuni cambi si sono resi necessari per via di infortuni o indisponibilità di altra sorta e dai due turni infrasettimanali. In media, tra una partita e l’altra sono stati effettuati quasi tre cambiamenti: i due estremi coincidono con il solo avvicendamento tra Gucci e Ogunseye tra le due sfide interne con Gubbio e Ternana (con il resto dell’undici titolare confermato) e i sei cambi operati per la sfida di martedì 29 ottobre a Carpi rispetto alla gara vinta con la Spal del sabato prima. Ciò che salta di più all’occhio sono le rotazioni nel reparto offensivo: se al centro dell’attacco Ogunseye è stato impiegato con una certa regolarità, lo stesso non si può dire degli esterni del tridente. Solo in due occasioni sono stati confermati gli stessi interpreti: Guccione e Tavernelli contro Gubbio e Ternana e Pattarello e Gaddini contro Torres e Rimini, quando Troise optò per il 4-2-3-1, modulo di partenza in un paio di occasioni se non si considerano quelle in cui Guccione è stato impiegato da mezzala "mascherata".

In mezzo al campo la costante è stata Mawuli, sempre titolare nei primi nove turni, e Renzi, che però si è anche alternato con Lazzarini a destra in difesa. Troise aveva poi trovato una quadra con Chierico: dopo il suo infortunio le rotazioni hanno coinvolto Santoro e Settembrini. In difesa, infine, l’assenza di Montini ha costretto ad adattare a destra, all’inizio, Lazzarini e appunto Renzi. L’elemento di maggiore discontinuità però è stata la coppia di centrali. Anche qui l’indisponibilità di Chiosa ha inciso: Del Fabro-Gigli sono stati i titolari nei primi quattro turni, poi non hanno più giocato insieme se non a Carpi e a Sassari a gara in corso. Con il rientro di Chiosa, Troise ha ritrovato una certezza, ma deve ancora individuare la coppia più affidabile. Infine, c’è un ultimo dato da rimarcare: la miglior prova stagionale, contro la Torres, è arrivata quando la squadra è partita con un inedito 3-4-3. Chissà che Troise, parlando della necessità di fare qualcosa di diverso, non pensasse a questa ulteriore variante tattica.

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