Atto d’amore neroverde. Malaguti a quota 200 gare
Mattia, 28 anni, difensore della Sammartinese, da 9 anni nel club del suo paese "Società perfetta e gruppo eccezionale: orgoglioso di farne parte" .
Nell’epoca di cambiamenti continui, non è roba di tutti i giorni una storia di attaccamento alla maglia: è il caso di Mattia Malaguti, difensore 28enne in forza alla Sammartinese (Promozione, girone A). Per lui domenica (vittoria dei neroverdi per 3-1 sul Carignano) è arrivata la presenza numero 201 con la squadra del suo paese.
Mattia Malaguti: è davvero un bel traguardo.
"Sì, domenica è stato emozionante. Subentrando ho fatto la presenza numero 201, e per questo nella maglia celebrativa c’è scritto ‘200+1’".
Ha sempre giocato nella Sammartinese?
"Quasi. Sono di San Martino, e ho iniziato qui da piccolino. Poi dagli Allievi ho girato: Arcetana, Carpi, Correggese, Rio. Dal 2015 rieccomi in neroverde, da nove anni sono qui".
Una bella scalata.
"Vero: eravamo in Seconda, oggi siamo in Promozione dopo il campionato vinto l’anno scorso. In generale ho sempre giocato tra Prima e Seconda, a parte qualche apparizione in Promozione quando ero juniores".
Tornando a domenica: emozionante, diceva.
"Certo: sono molto legato al mio paese e a questa realtà. Sono arrivato nove anni fa e sono cresciuto insieme alla società. Ci tengo a ringraziare tutti: compagni attuali, quelli del passato, così come tutti i dirigenti, allenatori, volontari, tutte le persone incontrate nel cammino".
Si guarda alle spalle: il ricordo più bello?
"Le due promozioni, ero in campo sia nei playoff vinti nel 2019, con la promozione in Prima, sia l’anno scorso quando abbiamo vinto il campionato e siamo saliti in Promozione".
È un difensore: a gol come siamo messi?
"Qualcuno sì, cinque o sei. Ne ricordo con piacere uno a Mezzani, in tuffo di testa".
Sogna di chiudere la carriera in neroverde?
"Perché no? Mi piacerebbe, ma non mi pongo limiti, ho 28 anni. L’obiettivo imminente è la salvezza nell’attuale campionato".
Siete neopromossi, ma quarti con 33 punti. Mica male.
"Merito di una società che da anni lavora bene. Alla base c’è sempre l’intento di creare un gruppo solido con valori importanti, in cui mi rivedo: sono orgoglioso di far parte di questa realtà. Poi, ovvio, c’è una rosa di buon livello tecnico".
Offrirà da bere ai compagni? "Domenica abbiamo brindato al bar, sicuramente in settimana porterò le pizze (ride, ndr)".
Il calcio è passione di famiglia?
"Sì, la domenica spesso ci sono papà Andrea, che ha giocato e oggi allena i baby a Rubiera, mio fratello Nicolò, preparatore atletico, e mamma Cristina".
Giuseppe Marotta
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