Aumentano le aggressioni. Pene più severe. La “vocazione“ per ora resiste

La crisi degli arbitri nel calcio italiano è preoccupante: aumentano le aggressioni e l'abbandono precoce. La Lombardia è una delle regioni più colpite. Aia e Figc hanno aumentato le pene e offrono supporto ai giovani arbitri.

di Redazione Sport
9 febbraio 2024

S.O.S. arbitri. Se non è proprio emergenza, quasi ci siamo. La questione della “crisi vocazionale“ resta complessa (in parte si è cercata di risolverla con il “doppio tesseramento“ che ha incrementato gli iscritti), come è complicata la questione dell’abbandono precoce. Perché, numeri alla mano, sono davvero tanti, troppi gli associati che appendono il fischietto al chiodo entro il primo anno dal conseguimento dell’abilitazione. Federazione e vertici arbitrali sono al lavoro per riportare serenità nell’ambiente e fermare la fuga di giovani direttori di gara, ma servono da parte di tutti idee per aumentare la cultura arbitrale e il rispetto di chi va in campo.

Inquietano i dati della passata stagione (in attesa di aggiornamenti su quella attuale): oltre 300 le aggressioni agli arbitri, un aumento ben superiore al 30%. Le vittime soprattutto i ragazzi che dirigono nei campionati minori (anche le donne), soprattutto Seconda Categoria e giovanili regionali. Le violenze gravi sono passate da 66 ad oltre 100, i giorni di prognosi più di 600 (in tanti finiscono al pronto soccorso).

Gravissimo constatare che il marcio sia all’interno del sistema: i responsabili delle violenze totali sono in gran parte calciatori, seguiti da un buon numero di dirigenti e poi da alcune decine di estranei (spesso genitori o parenti dei calciatori). Purtroppo la Lombardia resta fra le regioni più “calde“ e irrequiete da questo punto di vista: occupa il secondo posto in questo podio poco virtuoso, con una cinquantina di atti violenti certificati (davanti c’è la Campania, terza è la Toscana).

Aia e Figc si sono mosse e hanno deciso l’inasprimento delle pene come deterrente: per chi si macchia di simili comportamenti la sanzione minima di squalifica-inibizione è passata da 1 a 2 anni, mentre in caso di lesioni personali accertate da referto medico il minimo edittale passa da due a quattro anni. Non solo: adesso le società pagano con un minimo di due punti di penalizzazione in classifica se risultano coinvolti loro dirigenti. Inoltre l’Aia viene supporta baby-arbitri che finiscono all’ospedale con la tutela del suo ufficio legale, mentre la Figc anticipa 100 euro sulla diaria dei direttori di gara, viste le difficoltà economiche di molte famiglie.

Giulio Mola

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