Avanti Robur! Nel 2024 devi rinascere. Il primo nodo da sciogliere è il Franchi
Benvenuto al 2024: la Robur di Magrini è riuscita a riportare entusiasmo e a spazzare via avversarie e tristezze, ma è costretta a giocare lontano dalle mura della sua casa. L'attesa è per la sentenza del Tar della Toscana sulla revoca della concessione dello stadio Franchi.
Benvenuto al 2024. Benvenuto a questo nuovo anno in cui la Robur è chiamata a rinascere. Il traguardo è lì, sempre più vicino: la squadra di Magrini è riuscita a spazzare via avversarie e tristezze, a riportare entusiasmo in un ambiente provato dalle ferite e dalle delusioni, ripartendo dal basso, ma con il grande orgoglio di indossare una maglia gloriosa. Un compito non semplice, visto anche l’inizio tribolato, con la rosa costruita in quattro e quattr’otto, tanti club ostili al suo inserimento nel girone, e nessuna certezza su come sarebbe potuta andare. Perché se i nomi sulla carta possono essere una garanzia, i nomi da soli non bastano: chi ha deciso di sposare il progetto di Simone Giacomini, accettando anche di scendere di categoria(e), invece, non ha dimostrato soltanto doti tecniche, ma anche valori umani e senso di appartenenza e, giorno dopo giorno, si è creato un gruppo compatto, quasi invincibile (la classifica dice 13 vittorie e 3 pareggi). In un oggi illuminato dalle stelle, però, l’ombra del passato incombe ancora: la Robur di Magrini, una Robur che sprizza gioia e convinzione, esperienza e gioventù, è costretta a giocare lontano dalle mura della sua casa, lo stadio Artemio Franchi, ancora nelle mani dell’Acr Siena. Così, mentre il vecchio Rastrello era lì, all’ombra di San Domenico, abbandonato e desolato, i bianconeri hanno dovuto coprirsi di fango, guardarsi intorno per trovare una struttura alternativa al Berni (concesso grazie alla grande disponibilità del Badesse), rischiando infortuni e sprecando qualità. L’attesa è per la sentenza del Tar della Toscana, chiamato a esprimersi sulla revoca della concessione del Franchi (e del campo Bertoni all’Acquacalda) all’Acr Siena, che evidentemente ha deciso di prendersi tutto il tempo possibile prima di comunicare il proprio verdetto. Sarebbe bello che la Robur potesse festeggiare la promozione – mai dare niente per scontato, ma viene difficile pensare in un risultato diverso – nel suo stadio, in quel Franchi che è la sua storia; che i tifosi potessero cantare la Marcia del Palio sugli spalti in cui hanno sempre sventolato le loro bandiere. Intanto benvenuto al 2024, con il Siena capolista che… se ne va.
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