Carpi, bomber Saporetti dà la scossa "Sono qui perché voglio vincere"
Le parole della punta, vero pezzo pregiato del mercato: "Solo per questo club potevo scendere in D"
di Davide Setti
È stato l’oggetto dei desideri del mercato biancorosso, ora è l’oggetto dei sogni dei tifosi del Carpi, che hanno assaggiato subito, con i 4 gol segnati nelle ultime 2 amichevoli, quali siano le doti di Simone Saporetti. All’attaccante classe ’98 il Carpi chiede le giocate per riconquistare la Lega Pro. "Nessuna delle nostre avversarie – esordisce il ds Riccardo Motta in fase di presentazione – ha preso un giocatore coi suoi numeri e con la sua età. Pe questo dico che con Saporetti non abbiamo attenuanti, il presidente ci ha dato disponibilità e l’unico obiettivo è andare in Lega Pro. La trattativa? Ci ho creduto dalla prima telefonata, quando il suo agente mi disse "ma su, non scherziamo". Il merito è del presidente che ha fatto uno sforzo senza precedenti per portarlo qui".
L’attaccante ex Renate racconta la sua lunga estate. "Avevo ancora un anno di accordo in C – spiega – e questo ha allungato le cose. Avevo anche altre proposte, ma il Carpi è sempre stata la società che mi ha fatto sentire di più quello che voglio essere, ho sempre detto che in D sarei sceso solo per il Carpi. Non mi nascondo, sono qui per vincere". Saporetti viene dai 6 gol fra Trento e Renate e in D ha timbrato 69 volte in 169 gare. "L’anno scorso la considero un’annata positiva, ma da gennaio mentalmente non mi sentivo più libero come invece ora in questo fantastico gruppo. È anche difficile descrivere l’ambiente che ho trovato qui, un motivo in più per venire. Il contratto? Non l’abbiamo fatto biennale non ricordo nemmeno perché (sorride, ndr), ma ci sono le basi per restare a lungo".
In tanti lo hanno accostato per caratteristiche a Dybala. "È un paragone di cui vado orgoglioso – spiega – anche se siamo un po’ diversi, io posso giocare anche da prima punta o da esterno. Mister Serpini? È stato molto importante per la mia carriera. Quando andai a Correggio mi fece una telefonata in cui mi spiegò le mie caratteristiche come nessuno lo aveva mai fatto prima. Capiva quello che io dovevo fare in campo. Ho avuto diversi allenatori, ma mai nessuno come il mister e sono qui anche per questo. Sapere come lavora è un vantaggio e nel suo calcio non è fondamentale avare una prima punta, ma tutti possiamo fare più ruoli, per questo dico che la rosa è davvero ben assortita e anche tanti centrocampisti faranno gol".
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