Carrarese Torregrossa, colpo di tacco da campione: "Gesto di puro istinto, non hai tempo di pensare"

Undici anni prima l’attaccante ne fece uno simile proprio agli azzurri: "Diciamo che il gol segnato al Sudtirol è una sorta di risarcimento"

di GIANLUCA BONDIELLI
19 marzo 2025
Ernesto Torregrossa festeggia la retre del pareggio

Ernesto Torregrossa festeggia la retre del pareggio

Un gol pesantissimo, il primo in azzurro di Ernesto Torregrossa, che ha dato il pari alla Carrarese al 92’.

Com’è venuto fuori quel colpo di tacco? E’ uno dei più belli fatti in carriera?

"Sono giocate di puro istinto perché non hai il tempo di pensare. Per me che sono mancino segnare di tacco col destro non è una cosa da tutti giorni. La coincidenza è che 11 anni fa ne avevo segnato uno simile, sempre di tacco e sempre di destro, proprio alla Carrarese quando giocavo col Lumezzane. In quella partita sbagliai un rigore ma feci doppietta. Diciamo che il gol segnato al Sudtirol è stata una sorta di risarcimento al popolo azzurro".

Quanto è stato bello andare a festeggiare sotto i 350 del settore ospiti?

"I compagni non mi lasciavano andare. C’è chi mi ha placcato chi mi dava schiaffi e pugni. E’ stata una gioia incontenibile. Andare a condividerla sotto il nostro settore è stato il minimo che potessi fare per ringraziarli del sostegno che ci hanno dato per tutta la partita".

Che sapore ha questo pareggio?

"E’ un pareggio diverso dagli altri che coincide come con un cambio di energia, più positiva, perché stavolta siamo stati noi a rimontare gli altri. Credo che al di là di come è maturato ci stia anche stretto perché abbiamo fatto un grandissimo primo tempo. E’ un punto fondamentale come lo saranno tutti da qui alla fine".

Che significa aver segnato da subentrato?

"Guarda, non so se il mister si arrabbierà, ma vi rivelo che prima della partita ci ha detto che questa gara l’avrebbe decisa la panchina. E’ un messaggio importante che ha lanciato. Chi gioca meno deve stare in campana. Dobbiamo restare sempre tutti "accesi" e metterlo in difficoltà negli allenamenti".

Come spieghi questa rinascita a Carrara?

"Non so cosa non abbia funzionato a Salerno. Qui mi sono stati subito tutti molto vicini: società, staff, giocatori. Il preparatore atletico mi segue bene. Ho trovato un gruppo mentalmente già calato nello spirito di sacrificio e questo aiuta. Sono tutti concentrati e umili. Io, poi, vado per i 33 anni. Posso portare un po’ della mia esperienza alla squadra ma avere una rosa così giovane, che corre così tanto, sicuramente mi permette di esprimere al meglio le mie caratteristiche".

In cosa può migliorare questa squadra?

"Anche al Druso abbiamo preso due gol per due episodi, senza soffrire o essere mai messi sotto. Ultimamente al primo errore ed alla prima disattenzione veniamo puniti. Come ha detto recentemente il mister dobbiamo aver più paura di prendere gol anche quando apparentemente siamo in controllo della partita".

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