Forlì, fine anno felice per mister Antonioli: "Ora possiamo stare lassù fino in fondo"
Galletti terzi al giro di boa, il tecnico è molto soddisfatto: "Si è creata una grande alchimia, come quando vinsi il campionato a Ravenna"
Fine anno, si sa, è tempo di bilance e di bilanci. Tra una lasagna a 7 strati e un panettone luculliano, il Forlì gira la boa al terzo posto: Mauro Antonioli gongola e adesso aspetta l’ultimo regalone dal mercato per guardare con voluttuosa fiducia al lato B del campionato.
Mister Antonioli, com’è il bilancio al termine dell’andata?
"Molto soddisfacente. Viaggiamo alla media di 2 punti a partita, numeri importanti. Da promozione. Sono contento del lavoro svolto e di come la squadra assimila i concetti. Confesso che non mi aspettavo un impatto così positivo. Certo, c’è stato un piccolo passaggio a vuoto, ma poi abbiamo sùbito ripreso a macinare gioco e risultati; spiace solo per qualche punto lasciato per strada".
Il momento più esaltante?
"Il finale del girone di andata, in cui abbiamo incontrato tutte le prime della classe, Ravenna, San Marino e Carpi, ottenendo 7 punti. La squadra è cresciuta tanto, in termini di continuità e risultati: aggredisce e pressa alto per recuperare palla e fare la partita sempre, come piace a me".
E invece quello più delicato?
"La sconfitta in casa del Lentigione. Non mi aspettavo un Forlì così arrendevole, al netto delle attenuanti (campo piccolo e sintetico); probabilmente quella partita non fu nemmeno preparata bene. Col Corticella, invece, siamo stati condannati dagli episodi".
Il presidente Cappelli ha sdoganato la parolina magica: promozione.
"All’inizio l’obiettivo era la parte sinistra della classifica, poi abbiamo capito di potercela giocare con tutti. Non facciamo voli pindarici, ma possiamo toglierci tante soddisfazioni e restare lassù fino alla fine. Sarà fondamentale la continuità e non perdere punti con le squadre di bassa classifica. Come dice Capello, gli scudetti si vincono battendo le piccole".
Cosa manca per completare l’organico?
"Le partenze di Persichini e Calì hanno aperto un buco in attacco. Serve un esterno. Mi fido del direttore, che sa il fatto suo. Certo, chi dovesse arrivare dovrà fare la differenza".
Si dice che nel girone di ritorno cominci un nuovo campionato: luogo comune o verità?
"Vero è che tante squadre cambiano volto e i punti diventano pesanti, perché c’è sempre meno tempo per recuperare, ma la continuità paga. Dovremo essere bravi a non complicarci la vita".
Dove deve migliorare il Forlì?
"Sui calci piazzati, sugli sviluppi dei quali abbiamo incassato qualche gol di troppo e, viceversa, non siamo stati molto incisivi. Nel calcio moderno i calci da fermo sono spesso decisivi".
Sono Ravenna e Carpi le principali antagoniste nella corsa alla serie C?
"Sono le squadre più attrezzate. Il San Marino sta facendo un campionato strepitoso, merita i complimenti, ma è inferiore".
Trova analogie tra questo Forlì e il suo Ravenna che vinse la serie D?
"Sì e spero di essere buon profeta. A Ravenna partimmo per arrivare quinti ovvero ai playoff, dopo una salvezza tribolata, con un budget non faraonico e pochi giocatori che avevano calcato i campi professionistici. Ma si forgiò un gruppo fantastico, un’alchimia perfetta come oggi a Forlì. Anche allora vincemmo tante partite in zona Cesarini".
In vista del cenone di San Silvestro, quale piatto tipico sceglierebbe per raccontare il Forlì?
"Un piatto sostanzioso. Siamo una squadra scorbutica da incontrare perché in campo mettiamo tanta intensità. Direi una bella lasagna al forno".
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