Grammatica "Ravenna, vorrei restare. Vincere? Il ritorno sarà più complicato"
Il direttore sportivo tra gli artefici del miracolo: "Mandorlini ancora un po’ indietro, non so se 72 punti basteranno, ma sono tanti" .
Grammatica, partiamo dalla strettissima attualità. Quali sono le insidie che attendono il Ravenna domenica a Pistoia, contro una squadra annunciata in grande difficoltà?
"Anzitutto giocheremo su un campo non in buone condizioni. Affronteremo poi una squadra di cui si sa poco o niente e che, almeno per questa sfida, punterà sull’orgoglio e sulle motivazioni di chi ha necessità di mettersi in mostra. Per parte nostra dovremo farci trovare pronti dopo la sosta, con la stessa fame e la stessa forma fisica. Dipenderà da noi rendere facile o difficile la partita".
Sarà una prova di maturità o una partita come le altre?
"Se riusciremo ad approcciarla bene, come tra l’altro abbiamo fatto sempre, vorrà dire che la squadra avrà acquisito la mentalità giusta e la maturità necessaria".
Al Ravenna basterà un girone di ritorno come l’andata per conquistare la promozione?
"Ricordando da dove siamo partiti, metterei la firma su un girone di ritorno come l’andata".
Ma, con 72 punti si vince?
"Non ho idea se 72 punti saranno sufficienti, ma resta un punteggio davvero importante".
La seconda parte di stagione sarà ‘diversa’?
"Come sempre, sarà più complicata, perché ci saranno squadre rinforzate al mercato. Chi sta dietro in classifica, poi, giocherà più chiuso".
Di fatto manca ancora un mese alla chiusura del mercato. Forlì e Carpi restano i competitor?
"Per esperienza, qualità e ambizione sono le squadre più attrezzate. Il raggio va però allargato al Corticella e alla Victor San Marino, squadre che rimarranno lì fino alla fine, perché, anche in emergenza d’organico, hanno sempre fatto risultato".
Le altre?
"Sangiuliano, Sant’Angelo e Prato erano partite con ambizioni, e si sono comunque rinforzate. Nella gara secca, sono avversarie di livello, ovvero da playoff. Dunque, lotteranno fino alla fine".
In attesa del difensore 2005, aver portato a termine solo una operazione di mercato (l’attaccante Diallo) è indice di grande fiducia nel gruppo?
"Ho imparato da quelli bravi che le squadre si fanno a maggio, con le idee, e a luglio, con le operazioni concrete. Ritoccare tanto a dicembre, significa che c’è qualcosa che non va. Quando il Ravenna ha vinto, lo ha fatto col gruppo, non con le individualità".
Per l’obiettivo, che è cambiato in corso d’opera per evidenti meriti della squadra, la rosa del Ravenna non è forse corta?
"Rispetto alle rivali, sì. Ma, quando una squadra ha sviluppato un proprio dna e ha trovato certi equilibri, la tentazione di poter fare qualcosa di più dal punto di vista numerico, rischia di creare difficoltà nelle dinamiche".
Come procede l’inserimento di Matteo Mandorlini nel gruppo?
"Matteo è il primo a sapere di essere un po’ indietro di condizione. Ci siamo presi del tempo entrambi per capire se può stare al passo col gruppo. Non abbiamo fretta e lo valuteremo".
E il futuro di Andrea Grammatica qual è?
"Non nego di aver avuto qualche approccio da club di categoria superiore. Come noto, ho un altro anno di contratto col Ravenna e, sicuramente, mi piacerebbe continuare a coltivare il progetto avviato 3 anni fa. In tal senso, ho dato la mia piena disponibilità alla nuova proprietà, con cui peraltro sono in quotidiano contatto".
Roberto Romin
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