Il Cesena vince e convince ma la Torres è lì
Bianconeri super dopo le tre vittorie in otto giorni e con assenze molto importanti. I sardi passano in rimonta a Pesaro e non cedono
di Daniele Zandoli
Tre splendide vittorie in otto giorni (battute Vis Pesaro e Lucchese al Manuzzi e l’Entella fuori). Nonostante le assenze importanti in attacco (Corazza sempre, Shpendi a Chiavari e Kargbo con Entella e Lucchese) il Cesena ha segnato 8 gol, uno più bello dell’altro, con la partecipazione di nuovi soci della cooperativa. Niente stanchezza, Pisseri è rimasto imbattuto, si consolida il record di reti segnate fra tutte le squadre professionistiche italiane con 36.
Le altre cincischiano, il Cesena va, vince e convince. Nel mosaico delle prestazioni da incorniciare quella offerta contro la Lucchese è da aggiungere al pareggio di Gubbio, due crocevia per il futuro. Gorgone, tecnico toscano, l’aveva studiata bene, si era messo a specchio copiando da Toscano il presidio delle fasce ed aveva bloccato la forza vera del Cesena, i due braccetti d’attacco. Poi è tornato sui suoi passi, ha tentato il colpaccio ed ha aperto ad Adamo praterie immense in cui il ragazzo campano si è fiondato con tutto il vigore che sprizza quest’anno. Per la Lucchese è stata la fine, col ritorno di uno Shpendi devastante quando si sono aperti gli spazi ed è tornato in campo l’unico regista vero in organico, Tommy Berti. Il contropiede che ha portato al secondo gol di Cristian è da studiare nelle scuole di calcio: tre tocchi in verticale e botta sicura alle spalle di Chiorra.
Toscano sta facendo uno splendido lavoro nella gestione del gruppo e sbaglia chi lo critica per la sostituzione di Giovannini dopo 25’. In quel momento servivano centimetri, esperienza e forza fisica e bene ha fatto il tecnico che avrà tempo, in settimana, per spiegarlo al ragazzo. Nel calcio può succedere. Giovannini elabori in fretta l’amarezza, se vuole fare strada. Avrà altre mille occasioni per dimostrare il suo valore.
Il Cesena quest’anno dimostra una maturità diversa rispetto alla scorsa stagione. Sa aspettare, ragiona, è conscio che prima o poi segna e quindi meglio portare pazienza. Raggiunta la vetta, non deve più perderla di vista. E’ successo lo scorso anno, un trauma che ha portato esperienza. Ci sono alcuni elementi che fanno pensare che questa sia una stagione dall’esito diverso, pur considerando le mille incognite in un campionato durissimo, a cominciare da arbitraggi molto insufficienti. C’è una diversa consapevolezza anche del tecnico, ha pagato lo scorso anno lo scotto del peccato originale coi portieri, un peso portato per tutta la stagione. Ora nello spogliatoio tutto sembra filare liscio, le vittorie portano entusiasmo e compattezza e non si vedono problemi particolari. Non ci sono squadre destinate a vincere il campionato come Modena e Reggiana, anzi se ce n’è una questa sembra essere proprio il Cesena. Poi i giovani del vivaio: a referto con la Lucchese erano 8. Imprescindibili come Francesconi, Shpendi e Berti e finchè Ciofi è fuori Pieraccini. Un patrimonio che Toscano sa valorizzare traendo linfa e dando respiro ai veterani. E permettendosi di cambiare vestito a seconda di come si mettono le gare.
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