Il dilettante diventa eroe. Spiranelli, un gol speciale: "Così ho salvato tante vite spalando fango a Valencia»

Il 35enne attaccante nato a Vizzolo Predabissi da anni si è trasferito in Spagna come tanti calciatori desiderosi di provare un’esperienza all’estero. Adesso è diventato un idolo per il coraggio mostrato nei giorni di una tragedia.

di GIULIO MOLA
26 novembre 2024
Il 35enne attaccante nato a Vizzolo Predabissi da anni si è trasferito in Spagna come tanti calciatori desiderosi di provare un’esperienza all’estero. Adesso è diventato un idolo per il coraggio mostrato nei giorni di una tragedia.

Il 35enne attaccante nato a Vizzolo Predabissi da anni si è trasferito in Spagna come tanti calciatori desiderosi di provare un’esperienza all’estero. Adesso è diventato un idolo per il coraggio mostrato nei giorni di una tragedia.

Un incubo che non passa dalla mente. Le decine di morti per strada, la disperazione di chi ha perso tutto. Le mani sporche di fango per salvare vite umane disperse fra le macerie. Impossibile dimenticare quanto provato sulla propria pelle e visto con i propri occhi, ma un mese dopo l’apocalisse d’acqua a Valencia e dintorni c’è chi riavvolge il nastro della memoria e ancora fa molta fatica ad addormentarsi. Perché era lì, terrorizzato ma comunque pronto a mettersi a disposizione, con il cuore, con la forza, soprattutto con il coraggio. E’ questa la storia di Daniele Spiranelli, 35 anni, originario di Vizzolo Predabissi. Calciatore dilettante per passione, da alcuni l’attaccante si è trasferito in Spagna dove ha pure trovato l’amore per la sua Cristina. Un discreto passato fra terza e quarta serie in Italia (tra l’altro ha giocato con la Giana e il Fanfulla), e poi varie esperienze nel campionato iberico: Atletico Saguntino, Castellonense (31 presenze e 5 gol nella passata stagione), adesso l’Olleria F.C. (Lliga Comunitat). Per puro divertimento. Fino al tragico evento di quattro settimane fa da lui stesso raccontato sui “social“, con foto e video che testimoniavano la drammaticità della situazione.

Anche se è passato quasi un mese Daniele non riesce a levarsi dalla testa quel che ha provato. "Mi sento male ora, quando penso a tutti quegli eventi tragici successi nella vita, a cui non ho dato importanza perché lontani da me. Mi sento male perché avrei dovuto essere più empatico, cosa che avrò imparato sicuramente ad essere dopo questa terrificante esperienza. Non riesco a piangere, ci riuscirò forse quando tutto si sarà calmato, forse sto vivendo in uno stato di shock e avrò bisogno di parlarne con qualcuno per cancellare tutto quello che ho visto e lo stato d’ansia che sto vivendo ogni secondo", scriveva subito dopo ildisastro. Spiranelli e la sua famiglia fortunatamente sono rimasti incolumi, altri hanno perso tutto. "Non cancello il terrore che ho visto negli occhi delle persone che hanno visto eliminata la propria vita in 5 minuti, non cancello la videochiamata di Cristina nel momento più tragico, non cancello l’ansia di essere lontano e non sapere nulla della mia famiglia per dodiciore, non cancello le otto persone che ho visto per lottare per non morire. Ma soprattutto non cancello il fatto che il paesino dove stava crescendo il mio bambino, ad oggi, non esiste più".

Devastanti le conseguenze dell’uragano Dana sulle coste occidentali della Spagna. A Massanassa, fino ad un mese fa il “buen ritiro“ di Daniele e dei suoi cari, è rimasto poco: è stato uno dei comuni più colpiti dalla Dana. Per questo nelle ore più drammatiche il giocatore è sceso in strada per aiutare in maniera concreta la sua città. Insieme al collega Cristian Martínez, al ciclista José Vila e all’allenatore Iván Ferri, ai vicini, ai soldati di terra, ha scavato a mani nude nel fango per salvare chi era in difficoltà o cercare i dispersi in un paese che per giorni è rimasto senza luce, acqua e gas mentre gli sciacalli imperversavano fra le macerie incustodite delle abitazioni crollate. "In quei momenti dovevamo pensare a chi aveva bisogno. Qualsiasi tipo di aiuto da fuori Valencia era essenziale, c’era chi portava cibo, altri coperte e vestiti perché la gente aveva bisogno di bere e mangiare e nei supermercati non c’era nulla". Pian piano ora ci si rialza. E anche Daniele e i suoi compagni cercano di tornare alla normalità. Inseguendo un pallone. Dopo alcune settimane di sosta forzata l’Olleria è tornata in campo e ha ottenuto il suo primo successo casalingo in campionato contro il Carcaixent. In campo, titolare, c’era anche Daniele da Vizzolo Predabissi. Per provare a dimenticare l’incubo più brutto della sua vita.

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