Il punto sull’avversario: arriveranno in mille dall’Abruzzo. Baldini: "Voglio coraggio e giocate offensive»
Il tecnico del Pescara, Silvio Baldini, punta sull'aggressività e la coesione del suo team per affrontare il Rimini, senza badare al curriculum ma alla determinazione dei giocatori. La squadra si prepara con impegno e il sostegno dei tifosi è fondamentale per realizzare i sogni.
"Se il Pescara fa il Pescara sarà dura per tutti". Non sembra badare troppo all’avversario di turno Silvio Baldini. Ma nemmeno al curriculum. "Riparto dagli stessi undici – dice alla vigilia della gara in casa del Rimini il tecnico del Pescara – perché sono quelli che stanno meglio e che in settimana mi danno più garanzie. Al momento attuale sono quelli che mi garantiscono un rendimento migliore, io non guardo al curriculum". Baldini fa un passo indietro pensando all’inizio della sua squadra. Quello fatto di quattro punti frutto di una vittoria (con la Ternana all’esordio) e un pareggio (con la Torres). "Le prime due gare? La squadre sa soffrire e sa reagire – spiega – Non abbiamo mai perso la fiducia. In settimana ci siamo allenati benissimo, senza riposo preparando da lunedì scorso la gara di Rimini. E i ragazzi sono stati disponibilissimi a fare questo percorso. Abbiamo giocato domenica e lunedì abbiamo fatto doppio allenamento: non capita spesso e loro sono stati davvero disponibile". Ha le idee chiare il tecnico toscano su quello che vuole dai suoi. Non solo stasera a Rimini, ma sempre. "Voglio vedere aggressività, giocate offensive ma senza pensare all’ossessione del risultato – dice – Così faremo a Rimini una grande partita". Per i novanta minuti della terza di campionato Baldini dovrà rinunciare ancora una volta al talento di Merola. "Deve essere preso ad esempio dai suoi compagni. E il popolo biancazzurro deve essere orgoglioso di lui – dice Baldini – Ha rifiutato il doppio di soldi per restare in C qui". Al ’Neri’ non ci sarà, proprio come Pierozzi. Per il resto solo ampia scelta per il tecnico, anche se l’undici sarà praticamente identico a quello che una settimana fa ha fermato la Torres. Poi sui tifosi. Che stasera in Romagna saranno tanti, circa un migliaio. "La gente è la parte più sana di questo sport. I tifosi vogliono sognare, ci mettono anima e cuore per tifare – dice – Loro sanno che io non sono il lecchino di nessuno e sanno che io sto qui per realizzare un sogno. Io so che c’è magia qui e la gente senza saperlo si sente coinvolta e il popolo diventa sempre più numeroso. Come a Palermo quando abbiamo vinto. E succede sempre in determinate piazze. Non ve lo so spiegare, ma avete capito vero?".
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