Il Rimini alza il muro, ma non punge. Punto agrodolce con la Juve Next Gen

Con un organico ridotto all’osso i biancorossi ad Alessandria non riescono a fare la parte del leone, pur non rischiando nulla

di DONATELLA FILIPPI -
21 gennaio 2024
Il Rimini alza il muro, ma non punge. Punto agrodolce con la Juve Next Gen

Il Rimini alza il muro, ma non punge. Punto agrodolce con la Juve Next Gen

Juventus Next Gen

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Rimini

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JUVENTUS NEXT GEN (3-5-2): Daffara; Savona, Poli, Muharemovic; Comenencia, Hasa, Salifou (21’ st Cerri), Damiani, Rouhi; Sekulov (33’ st Palumbo), Guerra (43’ st Da Graca). A disp.: Scaglia, Fuscaldo, Stramaccioni, Maressa, Ntenda, Iocolano, Mancini, Valdesi, Stivanello, Perotti, Anghelé. All.: Brambilla.

RIMINI (5-4-1): Colombi; Megelaitis, Pietrangeli, Gigli, Lepri, Semeraro; Lamesta, Langella, Leoncini (30’ st Marchesi), Malagrida; Cernigoi (42’ st Iacoponi). A disp.: Colombo, Gorelli, Stanga, Accursi, Acampa, Satalino. All.: Troise.

Arbitro: Andrea Zuffi di Firenze. Assistenti: Marco Sicurello di Seregno e Francesco Macchi di Gallarate. Quarto uomo: Alessandro Niccolai di Pistoia.

Note - Spettatori: Angoli 4-5. Ammoniti: Salifou, Leoncini, Cernigoi, Marchesi, Muharemovic. Espulsi: 46’ st Muharemovic per doppia ammonizione. Recupero 1’ pt e 4’ st.

Mai come questa volta è possibile guardare il bicchiere mezzo pieno, ma anche mezzo vuoto. Perché il Rimini che è riuscito soltanto a fare il sollettico alla Juventus Next Gen forse da Alessandria con un pizzico di amarezza ci torna. Nonostante le assenze, nonostante una rosa ridotta all’osso e che non ha permesso a mister Troise nemmeno di correggere troppo in corsa il suo Rimini. Mai come questa volta mancano le alternative.

Come al solito in difesa, ma questa volta anche in attacco. Megelaitis terzino destro sembra aver convinto Troise che, dopo la gara con la Torres, lo ripropone in quel ruolo anche contro la giovane Juve. La difesa è a cinque, anche se in realtà il ruolo di Lepri è ibrido con il difensore che spesso si trova a fare il mediano al fianco di Langella. Buttato subito nella mischia Malagrida che, insieme a Leoncini e Lamesta ha il compito di dare brio a un attacco che non ha troppe alternative. Con il solo Cernigoi in pianta stabile tra le maglie dei difensori bianconeri. Il primo tempo, se vogliamo, è anche divertente e ben giocato dai biancorossi. Ma di pericoli per Daffara nemmeno l’ombra. C’è una punizione velenosa dal limite di Lamesta. Nient’altro. Troppo poco. Anche se c’è da dire che neppure Colombi è preso di mira. Solo Sekulov nel finale ci prova, ma pure senza troppe pretese.

La seconda parte di gara è più bianconera che biancorossa. Di occasioni? Poche o nulla. Un rigore reclamato per parte. Prima le proteste sono juventine per il corpo a corpo tra Langella e Rouhi nell’area riminese. Roba da niente per l’arbitro. Come lo sono le mani di Damiani, nel finale, in piena area, a ’parare’ il cross di Iacoponi. Il Rimini tenta l’assalto nel finale quando la Next Gen resta in dieci. Ma è troppo tardi.

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