La Recanatese esonera Filippi. Fatale il pesante ko nel derby
La scelta dopo la pessima prova con il Castelfidardo. Da Amaolo a Mosconi: ecco i papabili
La Recanatese ha esonerato l’allenatore Giacomo Filippi: fatale per il tecnico siciliano lo scempio visto contro il Castelfidardo nel quale si sono assommate una serie di scelleratezze anche nelle cose più semplici, sbadataggini incomprensibili ma soprattutto un atteggiamento molle, remissivo, quasi rassegnato al peggio. Le tre vittorie consecutive che avevano, in parte, riaperto il cuore alla speranza appaiono lontane anni luce e comunque, in questo campionato dove ogni gara è una battaglia, affrontare in questo modo qualsiasi avversario è letale, pur se, nella fattispecie, il Castelfidardo non ha fatto di certo cose eccezionali. Decifrare poi il cammino dei giallorossi sembra essere materia più da psicoanalisti che da allenatori: 5 ko consecutivi, la striscia di successi e poi ripiombare nel buio delle proprie ansie, condite, puntualmente da una quantità industriale di gol subiti. Bastano, a giustificare il tutto gli infortuni? Certo, si dirà, concedere agli avversari Sbaffo, Raparo e Mordini, oltre a Melchiorri, è un "lusso" che non si può reggere ma nulla toglie ad un collettivo che si è palesato spento, davvero, in questa occasione, senza carattere. Le cifre poi che non mentono mai, sono impietose: 7 sconfitte su 10 partite sono oggettivamente troppe e per la prima volta anche la pazienza "orientale" dei tifosi leopardiani ha ceduto perché si sopporta tutto, retrocessioni al 94’, sconfitte in serie e promesse non del tutto mantenute ma non vedere prestazioni giustamente definite "indecorose" e irrispettose del pubblico pagante.
Di contorno anche scelte tattiche quantomeno discutibili con Alfieri spaesato trequartista, Canonici arretrato sulla mediana e pure espulso ed un nugolo di ragazzini impreparati a simili responsabilità. Senza contare alcuni elementi, Gomez in testa che stanno offrendo un rendimento totalmente inadeguato. Con signorilità, almeno ufficialmente, Filippi reclamava rinforzi ma il budget è quello, va rispettato con poche possibilità di deroghe ed allora sembra essersi cacciati nel classico vicolo cieco. Ed ora? In attesa dell’ufficialità è caccia al papabile successore. Di candidabili ce ne sono a iosa (in ordine sparso Daniele Amaolo, Andrea Mosconi, Maurizio Lauro, Massimo Silva, Marco Alessandrini eccetera eccetera) ma il profilo che sarà chiamato a questo delicatissimo compito dovrà anzitutto resettare il gruppo, con il morale a terra, sotto l’aspetto motivazionale. Proprio perché i bonus, in tal senso, sono finiti da un pezzo e i cosiddetti senatori debbono trascinare il resto del gruppo, mentalizzandosi sull’obiettivo salvezza perché questo, al momento, è lo "stato dell’arte". Filippi, in quasi nove mesi di avventura recanatese, ci ha messo "anema e core" e nessuno può obiettare il contrario. Ha toccato con mano la salvezza nei playout ed è rimasto confidando in tante cose che non si sono realizzate. Avrà le sue colpe? Sicuro. ma davvero con pesanti attenuanti e non generiche.
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