L’Arezzo torna sulla terra Guccione con poche idee
A Pesaro il fantasista è stato guardato a vista: il gioco ne ha risentito molto e ancora meno alternative per innescare gli attaccanti. L’assenza di Chiosa .
di Luca Amorosi
AREZZO
Dopo tre vittorie nelle prime tre uscite ufficiali, l’Arezzo cade a Pesaro e torna coi piedi per terra. Una debacle da ammortizzare al meglio da squadra, staff tecnico e piazza per ritrovare subito la retta via. Rigiocare tra pochi giorni è un bene per archiviare la batosta e ripartire di slancio. La squadra a fine gara è andata sotto il settore ospiti, prendendosi il rimbrotto dei tifosi che però hanno poi incitato i propri calciatori. Anche nel recente passato ci sono state sconfitte cocenti e pesanti nel punteggio, ma poi la squadra ha centrato gli obiettivi. Per cui un incidente di percorso ci può stare, specialmente a inizio stagione, a patto che si capisca cosa non ha funzionato e si trovino soluzioni. Dopo un avvio di gara incoraggiante, infatti, l’Arezzo ha lasciato campo alla Vis Pesaro, apparsa più affamata e con le idee più chiare. Gli amaranto ci hanno messo del loro per spianare la strada ai biancorossi, prima con una difesa troppo impacciata e lenta sul primo gol, poi con un’ingenuità di Lazzarini che ha causato il rigore del raddoppio. Troise ha provato a cambiare volto alla gara ma le sue contromosse non hanno sortito effetto, anzi. Lasciato Gucci negli spogliatoi, la squadra ha perso un riferimento davanti e per larghi tratti della ripresa ha fatto fatica a uscire palla al piede, prolungandosi in una costruzione dal basso macchinosa che ha finito pure per originare il terzo gol per un brutto errore di Coccia.
Anche l’abbassamento di Renzi a terzino non ha pagato: il classe 2004, a centrocampo, era stato uno dei migliori. Troppo poche, infine, le chance create per riaprire i giochi. La sensazione è che la difesa debba ancora essere registrata e che in fase di possesso la squadra sia troppo dipendente dalle giocate di Guccione. Nel primo caso si sta sentendo anche più del previsto l’assenza di Chiosa, più mobile rispetto a Del Fabro e Gigli e anche più propenso a giocare palla e staccarsi dalla linea in proiezione offensiva. Nel secondo, se il numero sette, come ieri, incappa in una giornata storta o viene ingabbiato dagli avversari, urge un piano B, soprattutto se manca anche Pattarello, subentrato e schierato "falso nueve" prima dell’ingresso di Ogunseye. Se si vuole trovare qualcosa di positivo sono proprio gli scampoli di gara del centravanti e di Chierico, due innesti dell’ultim’ora. Il vero Arezzo, forse, lo vedremo solo quando gli ultimi acquisti si saranno inseriti nell’impianto di gioco del tecnico. Si attende anche il debutto di Santoro, chiamato a mettere ordine e geometrie a una mediana più di sciabolo che di fioretto. La ricetta per ripartire è dunque fatta: pazienza, lavoro e umiltà.
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