L’Arezzo torna sulla terra Guccione con poche idee

A Pesaro il fantasista è stato guardato a vista: il gioco ne ha risentito molto e ancora meno alternative per innescare gli attaccanti. L’assenza di Chiosa .

4 settembre 2024
L’Arezzo torna sulla terra  Guccione con  poche idee

Niccolò Gucci, 34 anni, contrastato da Denis Tonucci

di Luca Amorosi

AREZZO

Dopo tre vittorie nelle prime tre uscite ufficiali, l’Arezzo cade a Pesaro e torna coi piedi per terra. Una debacle da ammortizzare al meglio da squadra, staff tecnico e piazza per ritrovare subito la retta via. Rigiocare tra pochi giorni è un bene per archiviare la batosta e ripartire di slancio. La squadra a fine gara è andata sotto il settore ospiti, prendendosi il rimbrotto dei tifosi che però hanno poi incitato i propri calciatori. Anche nel recente passato ci sono state sconfitte cocenti e pesanti nel punteggio, ma poi la squadra ha centrato gli obiettivi. Per cui un incidente di percorso ci può stare, specialmente a inizio stagione, a patto che si capisca cosa non ha funzionato e si trovino soluzioni. Dopo un avvio di gara incoraggiante, infatti, l’Arezzo ha lasciato campo alla Vis Pesaro, apparsa più affamata e con le idee più chiare. Gli amaranto ci hanno messo del loro per spianare la strada ai biancorossi, prima con una difesa troppo impacciata e lenta sul primo gol, poi con un’ingenuità di Lazzarini che ha causato il rigore del raddoppio. Troise ha provato a cambiare volto alla gara ma le sue contromosse non hanno sortito effetto, anzi. Lasciato Gucci negli spogliatoi, la squadra ha perso un riferimento davanti e per larghi tratti della ripresa ha fatto fatica a uscire palla al piede, prolungandosi in una costruzione dal basso macchinosa che ha finito pure per originare il terzo gol per un brutto errore di Coccia.

Anche l’abbassamento di Renzi a terzino non ha pagato: il classe 2004, a centrocampo, era stato uno dei migliori. Troppo poche, infine, le chance create per riaprire i giochi. La sensazione è che la difesa debba ancora essere registrata e che in fase di possesso la squadra sia troppo dipendente dalle giocate di Guccione. Nel primo caso si sta sentendo anche più del previsto l’assenza di Chiosa, più mobile rispetto a Del Fabro e Gigli e anche più propenso a giocare palla e staccarsi dalla linea in proiezione offensiva. Nel secondo, se il numero sette, come ieri, incappa in una giornata storta o viene ingabbiato dagli avversari, urge un piano B, soprattutto se manca anche Pattarello, subentrato e schierato "falso nueve" prima dell’ingresso di Ogunseye. Se si vuole trovare qualcosa di positivo sono proprio gli scampoli di gara del centravanti e di Chierico, due innesti dell’ultim’ora. Il vero Arezzo, forse, lo vedremo solo quando gli ultimi acquisti si saranno inseriti nell’impianto di gioco del tecnico. Si attende anche il debutto di Santoro, chiamato a mettere ordine e geometrie a una mediana più di sciabolo che di fioretto. La ricetta per ripartire è dunque fatta: pazienza, lavoro e umiltà.

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