Mandorlini, il punto tra campo e mercato: "Non tutti possono giocare nel Ravenna"
Il direttore sportivo: "Ora c’è equilibrio, ma l’asticella va tenuta alta. Servirà un under, nessuno vuole partire. Diallo ci piace, volevo tenerlo"
Davide Mandorlini, direttore sportivo del Ravenna, dopo 13 giornate vi siete fatti un’idea del valore del girone D?
"È uno dei più complicati, ci sono tante squadre competitive e di blasone. È un girone molto fisico, tutte le squadre giocano con ritmi altissimi. Per quello che sta facendo vedere adesso, direi che la squadra è pronta. Ma dovremo mantenere l’asticella alta per tutta la stagione".
È un peso andare in campo sempre col favore dei pronostici?
"È una responsabilità, anche da gestire. Chi viene a giocare nel Ravenna sa a cosa va incontro e deve essere in possesso di caratteristiche, anche diverse rispetto ad altre piazze. Non tutti possono giocare nel Ravenna. Chi gioca è contento, chi non gioca lo è di meno. Tuttavia, in un campionato così lungo, e per raggiungere certi risultati, bisogna essere in grado di fronteggiare infortuni, squalifiche e cali di forma".
Qual è l’approccio più congeniale al Ravenna per arrivare all’obiettivo?
"Per vincere serve equilibrio, nei momenti negativi ma anche in quelli positivi. Stesso approccio va tenuto nel corso delle partite".
La metamorfosi della difesa (un gol subìto nelle ultime 6 gare) è merito di Marchionni? "L’arrivo del nuovo tecnico è stato importante. Gli accorgimenti, non sono stati nel reparto difensivo, ma in tutta la squadra. Marchionni ha dato equilibrio. Del resto, le squadre che subiscono poco, sono quelle che si difendono in 11".
Da martedì 3 al 18 dicembre aprirà il mercato di riparazione. Il Ravenna ha le idee chiare?
"Dobbiamo essere vigili per capire se ci sono profili adatti al progetto Ravenna. Intanto abbiamo anticipato i tempi, completando il reparto difensivo con Amoabeng. Servirà probabilmente un under, esterno o interno. Una punta over? Onestamente faccio fatica a vedere qualcosa di meglio dei nostri". Allora 4 sono sufficienti?
"No. L’anno scorso ne avevamo 5, ovvero Varriale, Pavesi, Sabbatani, Diallo e Tirelli, e non sono mai state troppe. Non è detto che possano diventare 5 anche quest’anno".
A proposito, Diallo potrebbe tornare?
"È un giocatore che mi piace e che avrei tenuto. Il cambio di proprietà ha rallentato la trattativa, così ha preferito andare al Dolomiti Bellunesi, ma resta comunque un profilo interessante per noi. In questo momento è vittima di un infortunio muscolare. Andrà capito l’evolversi del mercato e le occasioni. Qualcuno poi potrebbe chiedere di andare via, anche se nessuno ancora lo ha fatto. Ci sarà bisogno di tutti, di Guida, Nappello, Mauthe e Mandorlini. Per come li vedo allenarsi, tutti vogliono restare".
Quali sono le insidie principali domenica a Fiorenzuola?
"Affrontiamo una squadra che l’anno scorso era in Legapro. È in difficoltà, ma ha valori non espressi".
Roberto Romin
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