Pelagatti: "Sogno di tornare in amaranto"
In dubbio per un problema alla spalla, il difensore e capitano del Legnago prova a esserci. "Guccione e Pattarello da marcare stretti"
di Andrea Lorentini
AREZZO
"Ci avrei tenuto tantissimo a giocare venerdì sera ad Arezzo, al Comunale, in un contesto che mi avrebbe regalato un’emozione particolare. Anche se da avversario. Proverò fino all’ultimo a recuperare, ma è abbastanza difficile". Carlo Pelagatti è in attesa di sottoporsi ad un esame alla spalla infortunata nell’ultima gara contro la Vis Pesaro che mette a serio rischio la sua presenza tra 48 ore contro gli amaranto. Il Legnago rischia così di dover fare a meno del suo capitano, il 35enne difensore aretino nella sfida dove sarebbe stato il grande ex. "Non vedevo l’ora. L’avevo segnata con il circoletto rosso. In ogni caso sarò allo stadio".
Arezzo-Legnago è già una partita senza appello per entrambe?
"Di sicuro sarà carica di tensione perchè entrambe le squadre hanno bisogno di punti. Loro vengono da due sconfitte consecutive, noi addirittura da tre anche se abbiamo avuto un bel po’ di sfortuna ed episodi sfavorevoli. Siamo ancora inchiodati a 0 e quindi obbligati a far scattare la scintilla del nostro campionato".
Dove può arrivare l’Arezzo?
"La rosa nel complesso è forte e vale una classifica medio-alta però da quello che leggo e chi mi raccontano i tanti amici che ho tra i tifosi ancora ci sono un po’ di cose da sistemare. Ho sentito qualcuno sbandierare promesse di un campionato di vertice e addirittura di vittoria. Mi sembra prematuro"
Chi toglierebbe all’Arezzo venerdì?
"I giocatori del reparto offensivo sono tutti pericolosi. Da Pattarello a Guccione, con il quale ho vinto tanti anni fa un campionato a Bassano, senza dimenticare Gucci e Ogunseye. Lo stesso Gaddini".
Un giocatore amaranto che stima particolarmente?
"Coccia. Abbiamo giocato insieme a Carrara e secondo me ha tutto per un’ottima carriera anche in categoria superiore".
C’è stato un momento nel quale è stato vicino a tornare all’Arezzo?
"A dicembre 2021. Mi chiamò l’allora ds Tromboni. Solo che in quel periodo ero a Padova e lottavamo per la serie B e non me la sentii di scendere in D".
Ci pensa a chiudere la carriera in amaranto?
"La mia volontà sempre stata quella di tornare un giorno all’Arezzo che è la mia casa, la squadra del cuore, la passione vera. Dopo Padova ho lanciato più volte segnali, ma che non sono mai stati raccolti dai vari dirigenti. Premesso che a Legnago sto bene e la società è seria, ma se quest’estate l’Arezzo mi avesse chiamato avrei fatto la valigia e sarei venuto di corsa. Mi sento ancora integro e nonostante ormai non sia più un giovanotto, sto dimostrando di non essere bollito".
Ci spera ancora?
"Sarebbe la chiusura di un cerchio bella e romantica".
Contento per la vittoria di Sant’Andrea?
"Più bello di così non lo potevo sognare il Saracino di settembre. Bravissimi di due giostratori. E poi vincere con l’uno di Colcitrone è stata la ciliegina sulla torta...".
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