Recanatese: Marco Raparo riflette su partite cruciali e arbitraggio discutibile
Marco Raparo della Recanatese analizza le difficoltà nelle partite cruciali e critica l'arbitraggio dopo la sconfitta.

Marco Raparo
Il grande pugile si vede anche da come incassa i colpi ma certo la sberla subita dalla Recanatese, per le modalità rocambolesche con cui è maturata, non può non lasciare qualche strascico e qualche riflessione. "È inevitabile – dice il centrocampista giallorosso Marco Raparo – qualche ripercussione sul morale, purtroppo è una storia che si ripete con periodicità da due anni. Viviamo talvolta questi piccoli incubi e forse non abbiamo la maturità giusta per comprendere appieno l’importanza di certe partite, vedi anche la gara persa ad Isernia. È un percorso anche più complesso di quanto immaginavo".
Contro il Teramo l’arbitro, in giornata nera, ci ha messo tanto del suo ma grida vendetta il fatto che siete andati all’intervallo soltanto con un gol di vantaggio: "Se si va a rivedere gli highlights la squadra seconda in classifica non ha mai tirato in porta, se non per un paio di colpi di testa innocui per il portiere. Nel primo tempo abbiamo stradominato e c’era una sola squadra in campo, nella ripresa è vero che siamo un po’ calati ma anche lì senza correre rischi. La chiave è stata il secondo gol di Zini assurdamente non convalidato: sul 2-0 sarebbe cambiato tutto".
La Recanatese però, dei primi 60 minuti è stata una delle migliori versioni stagionali: "Giocar bene e non far punti adesso non serve a niente. Occorre solo portare fieno in cascina perché la situazione è delicata". Meno male i 2 gol della Civitanovese in pieno recupero che consentono di mantenere i 3 punti di margine sul Termoli: "È un torneo particolare: l’Isernia sembrava retrocesso ed invece ha infilato tre vittorie, il Notaresco viene da due sconfitte dopo una lunga serie di successi e la Fermana è tutt’altro che spacciata. Questo aumenta ancora di più i rimpianti perché se avessimo vinto domenica saremmo stati salvi al cento per cento. Non dobbiamo far altro che compattarci perché queste sono stagioni che possono anche prendere brutte pieghe e noi la dobbiamo chiudere con il minor danno possibile".
Pensieri finali su Alessandro Dallagà di Rovigo. Senza affondare troppo il dito nella piaga, con un rigore incomprensibile al 95’ (basti vedere il cambio di direzione della palla deviata da Giandonato) è l’ennesima dimostrazione di un livello arbitrale allarmante: "Si riscontra spesso la scarsa personalità per dirigere partite importanti. Non voglio parlare di prevenzione o altro: certo è inevitabile non notare un certo timore reverenziale quando si gioca contro le big".
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