Robur, la carica del giovane Carbè: "Ora ripartiamo con il piede giusto"
Il giovane trequartista Alessio Carbè racconta la sua crescita nel calcio, il suo trasferimento al Siena e la determinazione a realizzare il suo sogno, nonostante le sfide incontrate.
"Quando giochi non devi pensare, se un giocatore come te pensa, significa che nella sua testa c’è qualcosa che non va": glielo ha detto uno dei tanti allenatori che ha avuto, Tino Borneo, scomparso a soli 51 anni lo scorso aprile. Un consiglio che Alessio Carbè (nella foto) si tiene stretto. Serve istinto, nel suo ruolo, quello del trequartista. Per metterlo in pratica, quel consiglio, ha tutto il tempo del mondo: è un 2006 e un lungo cammino davanti, per crescere e realizzare il suo sogno.
Originario di Castellammare ("Tifo ovviamente Napoli. E Juve Stabia" dice), si è trasferito a Lecco quando i suoi genitori si sono spostati per lavoro. I primi passi li ha mossi nell’Olginatese. "Dopo due mesi che ero lì mi ha prelevato l’Atalanta – racconta Carbè –: posso dire che sono un ‘prodotto’ della Dea. È lì che sono cresciuto. E pensare che da piccolo neanche volevo giocar a pallone, non mi andava di scendere in campo, nonostante ci fosse mio fratello". Giuseppe, per vari motivi, ha smesso, Alessio, invece, ha continuato e ha tutta intenzione di proseguire. "Spero di riuscire ad arrivare in una bella categoria, lavoro per questo". E’ proprio dall’Atalanta che la Robur lo ha prelevato (è in prestito) in estate, all’ultimo tuffo.
"Quando ho saputo dell’interesse del Siena ero contento – spiega il bianconero –, quando mi è stato illustrato il progetto ancora di più. Ho trovato una città bellissima e compagni fantastici, che mi tanno aiutando, consigliandomi e, come è giusto che sia, anche rimproverandomi quando sbaglio". Per il trequartista, questa in bianconero, è la prima esperienza tra i ‘grandi’, in una stagione, tra l’altro, in cui i 2006 hanno dovuto fare i conti con la sfortuna: sabato a Terranuova Bracciolini era l’unico 2006 disponibile. "Forese un po’ il peso dell’’annata’ l’ho sentito – dice Carbè –, ma lavoro tanto per farmi trovare pronto". Lavoro, lavoro, lavoro. "La sconfitta con il Terranuova Traiana un po’ di tensione l’ha portata – afferma quindi –, ma ci siamo concentrati sul lavoro, pensando alla Fulgens Foligno, un’altra partita difficile, come lo sono tutte. Questo campionato è così. Dobbiamo per forza ripartire con il piede giusto, a maggior ragione giocando in casa. Dobbiamo lanciare il messaggio che ci siamo". "A Terranuova è stata una sfida difficile – chiude –, contro un avversario fisico, su un campo ostico. Abbiamo rivisto la partita, in pratica ci siamo fatti gol da soli, ci siamo detti che dobbiamo migliorare, lasciandoci dietro una volta per tutte anche il derby con il Livorno".
Angela Gorellini
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