Shpendi chiede scusa: "Ho perso la testa"
Il papà dell’attaccante del Cesena domenica a fine partita aveva aggredito il reggiano Filippo Rinaldi, portiere dell’Olbia
Sorpreso e turbato: essere aggrediti dal padre di un avversario è una cosa che ha dell’incredibile.
Questa la reazione, riportata dal suo entourage, del giovane portiere reggiano Filippo Rinaldi, aggredito con un pugno, fortunatamente parato di braccio, dal papà di Cristian Shpendi sul campo di Cesena.
E’ successo al ’Manuzzi’ di Cesena, subito dopo il fischio finale del match di Serie C tra i romagnoli e l’Olbia, squadra di cui Rinaldi, in prestito dal Parma, difende i pali.
Il 21enne estremo difensore, nato a Montecchio e residente a Cavriago (il padre Roberto è stato un buon portiere a livello di dilettanti ed è il responsabile della divisione Special Vehicles dell’Olmedo) è, nel suo ruolo, uno dei giovani più interessanti lungo lo Stivale: formatosi e cresciuto nel vivaio del Parma, ha fatto il suo esordio nel calcio dei grandi sfidando proprio la squadra della sua città, la Reggiana, nella prima giornata della Serie C 2021/2022: due le reti incassate da Rinaldi per opera di Zamparo e Rozzio.
In terza serie ha difeso, prima di approdare in Sardegna, anche la porta del Piacenza. In precedenza ha avuto modo di andare in panchina in A, nel Parma, nell’annata 2020/2021, senza però mai esordire nella massima serie. Al suo attivo il giovane portiere reggiano ha anche una importante partecipazione ai Mondiali Under 17, svoltisi in Brasile nel 2019, e varie presenze nelle Nazionali azzurre Under 18 e 19. A ottobre 2023 ha ricevuto pure la sua prima convocazione con la Nazionale Under 21.
Ieri, intanto, Alex Shpendi, l’uomo finito nella bufera, papà di Cristian e del gemello Steven (in A a Empoli) ha parlato ai microfoni Rai. "Chiedo scusa a tutte le persone e a tutta Italia per questo gesto che è veramente brutto - ha detto l’italo-albanese di 53 anni - . Però è successo e chiedo scusa a tutti. Al Cesena e con tutti quelli che ci lavorano, li conosco e sono delle grandissime persone. Li ho delusi e sono veramente dispiaciuto. Vedere mio figlio che sanguinava a terra e l’altro che gli dà una botta da dietro pensando che non si fosse fatto male, da padre, mi ha fatto uscire di testa". Il Cesena ha preso immediatamente le distanze dal gesto attraverso una nota in cui la società "stigmatizza con fermezza il comportamento del familiare del proprio tesserato, condannando e dissociandosi da qualsiasi forma di violenza".
Gabriele Gallo
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