Simone Rosso vuole sognare col Forlì: "Sono qui perché la classifica ingolosisce"
Ecco il nuovo attaccante, campione d’Italia Primavera nel 2015 col Torino: "Il gruppo è super e Antonioli lo fa giocare bene"
Il Forlì rifinisce il suo parco attaccanti con Simone Rosso, ex ‘folletto’ scuola Toro imbevuto del mito di Gigi Meroni, e lancia un messaggio forte e chiaro alla concorrenza: chi vorrà salire in serie C dovrà fare i conti anche col Galletto.
Rosso, innanzitutto come sta?
"Bene. Ho recuperato da un lieve infortunio e sono felice di iniziare questa nuova avventura".
Lei, Morra, Edera, Zaccagno, Mantovani… Che ricordi ha di quel Torino che, nel 2015, si laureò campione d’Italia Primavera?
"È stata una grande stagione, di cui custodisco un ricordo bellissimo. Insieme a mister Longo, artefice di tutto, abbiamo scritto un pezzetto di storia granata".
Appunto. Un aggettivo per definire Moreno Longo?
"Tenace. Uno da Toro".
Come nasce l’appellativo ‘folletto’? Ha niente a che vedere con Gigi Meroni, la leggendaria ‘farfalla granata’?
"Fu un giornalista torinese ad affibbiarmi quel nomignolo, forse perché all’epoca ero un po’ minuto e mingherlino. Quanto a Meroni, è stato ovviamente un riferimento: anch’io ho fatto tutta la trafila nel settore giovanile del Torino".
Al Carlino mister Roberto Boscaglia, alle cui dipendenze lei ha militato nel Brescia in serie B, si è espresso in termini lusinghieri nei suoi confronti.
"Lo ringrazio molto. Quella fu la mia prima esperienza nei professionisti. Ho bei ricordi. Era un Brescia di giovani, ma sfiorammo i playoff. Una grande annata, nella quale riuscii a ritagliarmi spazi importanti grazie a un mister super preparato. Che ha vinto due campionati di C e fatto tanta B".
Quali le sue caratteristiche tecniche?
"Sono bravo con la palla tra i piedi, nell’uno contro uno, e dispongo di un buon tiro".
A chi si ispira?
"Il mio idolo è Messi: il calcio. Mentre nel ruolo di esterno offensivo apprezzo Son del Tottenham".
Ha perso qualche treno in carriera?
"Sì, ho avuto un po’ di sfortuna quando sono sceso in C ad Alessandria. La squadra era fortissima, a un certo punto avevamo 10-12 punti di vantaggio sulla seconda, ma clamorosamente finimmo per incassare il sorpasso della Cremonese. Poi nella finale playoff perdemmo anche col Parma, e addio serie B".
Quale, invece, il momento più esaltante?
"Sicuramente l’esordio in serie A con il Torino di Ventura, a San Siro, contro il Milan. Un’emozione indescrivibile".
Com’è nato l’incastro con il Forlì?
"Ho ricevuto una chiamata dal direttore Protti e, prese le dovute informazioni, ho dato la mia disponibilità. Conosco mister Antonioli per averlo incrociato in serie C, le sue sono squadre che giocano bene al calcio. Ho accettato con entusiasmo, anche perché la classifica ingolosisce…".
Com’è stato l’impatto con la nuova realtà?
"Ho trovato un gruppo super affiatato, composto di bravi ragazzi e ottimi giocatori. E anche il mister e il suo staff sono molto disponibili. Sono stato accolto nel migliore dei modi".
Obiettivi?
"Non faccio promesse, se non quella di assicurare il massimo impegno per la maglia e la città. Certo, vogliamo recitare un ruolo importante per provare a coronare un sogno".
Continua a leggere tutte le notizie di sport su