Terremoto nel calcio lombardo. Si dimette il presidente Pedrazzini: "È impossibile governare così...»
Il pallone lombardo si sgonfia. Dopo settimane di silenzi e polemiche, in un clima avvelenatosi con l’Assemblea Elettiva Ordinaria...
Il pallone lombardo si sgonfia. Dopo settimane di silenzi e polemiche, in un clima avvelenatosi con l’Assemblea Elettiva Ordinaria dello scorso 14 settembre, Sergio Pedrazzini si dimette dalla carica di presidente del Comitato Regionale della Figc. Nonostante avesse ottenuto la maggioranza dei voti e la conferma del ruolo, la notizia era nell’aria vista la particolarità dell’ultimo test elettorale: da una parte Pedrazzini aveva battuto l’altra candidata Valentina Battistini, dall’altra la quasi totale maggioranza dei consiglieri eletti (12 su 13) e revisori dei conti (5 su 5) era nella lista della rivale. Scenario surreale, mai accaduto.
Dopo settimane di riflessioni e proposte concrete, il numero uno del calcio lombardo ha ritenuto impossibile andare avanti in quanto non si sono create le condizioni per un rapporto di reciproca fiducia con i 12 Consiglieri eletti nella lista opponente. "Termina qui un percorso che il 14 settembre scorso mi ha visto vincere e confermare il mio incarico di Presidente del Comitato Regionale Lombardia in un contesto elettorale che ha prodotto un risultato anomalo - spiega Pedrazzini -. Ecco alcune delle motivazioni che mi hanno indotto a prendere tale decisione: con l’Assemblea del 14 settembre ancora in corso, una buona parte dei Consiglieri e Delegati Assembleari neo eletti mi ha intimato di dimettermi immediatamente, in contrasto con quanto appena votato dalle società. Al mio rifiuto, vista l’anomalia venutasi a creare, e alla mia richiesta di tempo per una riflessione serena, la sera stessa mi è stata indirizzata una PEC con una richiesta di convocazione immediata di un Consiglio Direttivo, in totale contraddizione con la loro precedente richiesta di dimissioni rimarcata da un loro comunicato stampa".
Poi Pedrazzini prosegue nel suo lungo sfogo: "Ancor più irrituale è stata la PEC ricevuta lunedì 16 settembre in cui i 12 Consiglieri autoconvocavano il Consiglio Direttivo per il giorno seguente, intimando al segretario di espletare tutte le formalità per la convocazione. A ciò è seguita la mia risposta in cui ho chiesto di ritirare quest’ultima entro le 14 del giorno successivo. Il 17 la convocazione stessa non è stata ritirata e i 12 Consiglieri hanno fatto ricorso al Collegio di Garanzia dello Sport con richiesta di adozione di un provvedimento cautelare al fine di intimarmi la convocazione urgente di un Consiglio Direttivo finalizzato alla nomina dei due vicepresidenti e di attribuire le deleghe operative. Il 17 ottobre il Collegio ha dichiarato inammissibile il ricorso legittimando il mio ruolo. Qui mi limito a ricordare i fatti più rilevanti, quelli che fanno capire la grande mancanza del rispetto dei ruoli che questi 12 Consiglieri hanno avuto non solo nei miei confronti, ma in quelli delle istituzioni e delle società".
Chiosa finale: "Sono consapevole che l’eventuale commissariamento, quale strumento di garanzia dell’ente, possa portare ad un’attività meramente ordinaria nelle prossime settimane, ma auspico un’attenta riflessione da parte degli enti preposti che possa portare in tempi rapidi alla ricostituzione degli organi regionali. Ritengo più opportuno per le società questo momento piuttosto che una situazione di impasse per i prossimi 4 anni. Rimetto in gioco una carica che le società mi hanno dato per il loro bene e per quello del Comitato"..
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