"Vi penso sempre». Ancelotti vince e saluta Reggiolo

La platea si divide tra chi lo chiama ‘Carlo V’, contando solo le Champions da allenatore, e chi invece aggiunge...

3 giugno 2024
Ancelotti vince e saluta Reggiolo

Ancelotti vince e saluta Reggiolo

La platea si divide tra chi lo chiama ‘Carlo V’, contando solo le Champions da allenatore, e chi invece aggiunge anche quelle conquistate da calciatore, trasformandolo in ‘Carlo VII’. Per i reggiani, invece, è sempre ‘Carletto da Reggiolo’ nonché l’ultimo mister in grado di portare i colori granata in Serie A (2 giugno 1996). Tutti però concordano su una cosa: Ancelotti è nella storia del calcio, sul trono degli allenatori. Probabilmente lo era già prima dell’ultima finale di Wembley vinta dal suo Real Madrid contro il Borussia Dortmund, ma questo successo sembra staccarlo definitivamente dal resto dei colleghi. Quando c’è di mezzo il club di Florentino Perez non si parte mai battuti, ma i blancos attraversavano un momento di transizione tra vecchia e nuova guardia e a inizio stagione – oltre al pallone d’oro Benzema – avevano perso per infortunio anche due colonne come Militao e il portierone Courtouis, rientrato solo nella finale. Insomma i favori dei bookmakers erano diretti ad altri: al Manchester City e al Bayern Monaco. Il lavoro di Ancelotti ha però dato compattezza e convinzione al gruppo che, nel momento clou della stagione, non ha sbagliato nulla: fuori il Lipsia agli ottavi, il City ai quarti e il Bayern in semifinale. ‘Negatività? Quando sono sotto nel punteggio penso che mi è già successo tante volte di rimontare e mi dico che potrebbe succedere un’altra volta…’. Una lucidità che evidentemente riesce a trasmettere anche alle proprie squadre. Come accadde anche il 15 ottobre del 1995, quando vinse 3 a 0 con il Venezia ed evitò l’esonero da parte di Dal Cin. Intanto, Ancelotti ha risposto a un messaggio del sindaco di Reggiolo, Roberto Angeli, che si era complimentato con lui dopo la vittoria. "Un abbraccio a tutti voi reggiolesi. Vi penso sempre", le parole di Carletto.

Francesco Pioppi

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