Ciclismo femminile - L’anniversario. Trent’anni fa moriva Michela Fanini
Grande campionessa in ascesa, perse la vita in un incidente stradale a pochi chilometri da casa il 26 ottobre 1994
Sono trascorsi tre decenni dalla scomparsa di Michela Fanini, in un incidente stradale, il 26 ottobre 1994. Domani cerimonia alle ore 8, alla Basilica della Madonnina di Lunata.
C’è un aneddoto che fa riflettere. A fine agosto 1994, in Sicilia, era in un gruppetto ristretto di fuggitive e si stava avviando a giocarsi il titolo iridato; quelle che erano con lei le aveva già battute più volte in volata al Tour de France poche settimane prima. Ad una manciata di chilometri dal traguardo, però, in fondo all’ultima discesa, prima del lungo rettilineo d’arrivo, qualcuna, in testa, sbandò, trascinando a terra le altre, fra cui Michela Fanini. Lei, dopo un attimo di smarrimento, si rialzò, ma la corsa era andata. Arrabbiata, imprecò alla malasorte. Poi ritrovò serenità, quando si accorse che il caschetto, praticamente diviso in due dopo l’urto con il cordolo del marciapiede, le aveva salvato la vita che il destino le strapperà, a soli 21 anni, un paio di mesi dopo, in un tragico incidente stradale, a pochi chilometri da casa. Forse è anche per questo che, a 30 anni di distanza, il ricordo di Michela Fanini è più che mai vivo.
Aveva già vinto tutto o quasi, con una carriera luminosa appena agli inizi. Ma, forse, la gente aveva finito per apprezzarla più per la sua giovialità e generosità che per i risultati. Un cuore grande, il suo, che la portò così giovane ad iscriversi all’Aido e a ridare speranza ad alcuni ragazzi in difficoltà, grazie alla donazione dei suoi organi. E non è un caso che tutti le volessero bene e che tutti abbiano voluto fare qualcosa in sua memoria, come intitolarle piazze e strade in tutta Italia. Inoltre, in Aquitania (Sud-Ovest della Francia), nella piccola ma accogliente (e frequentatissima) chiesa dedicata ai ciclisti che hanno fatto la storia di questa disciplina (la "Notre-Dame Des Cyclistes"), c’è una foto di Michela posta proprio all’ingresso del santuario, a far da ala ad una statuetta della Vergine, insieme al famoso passaggio della borraccia fra Coppi e Bartali.
A lei viene dedicato il Giro della Toscana internazionale femminile, organizzato proprio in suo onore dall’instancabile papà Brunello; proprio lui che, dalle enormi perdite affettive, ha tirato fuori la forza per creare una manifestazione fra le più longeve al mondo. Michela ora avrà al suo fianco la mamma Giulietta, scomparsa un anno fa.
Massimo Stefanini
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