Tour de France 2024: la presentazione ufficiale e le tappe italiane

A Parigi la cerimonia al Palais de Congres: questa edizione del giro rappresenta un momento storico per Emilia Romagna, Toscana e Piemonte

di LAURA GUERRA
25 ottobre 2023
Prudhomme e Bonaccini

Prudhomme e Bonaccini

Parigi, 25 ottobre 2023 – Stamattina al Palais de Congres di Parigi è stato presentato ufficialmente il Tour de France 2024, un momento storico che vede la grand boucle iniziare con tre giorni e mezzo in Italia. Dopo essere già partito da tutti i paesi confinanti con l’Italia finalmente ora tocca al Bel Paese, grazie alla cordata tra Emilia Romagna e Toscana, alla quale si è unito anche il Piemonte. Una presentazione emozionante davanti a tantissimi corridori che potrebbero essere i protagonisti non solo del tour ma di quelle tre giornate italiane. Un momento storico che l’Italia e soprattutto la Toscana inseguiva da tempo, che è stata possibile dunque ottenere grazie all’unione con l’Emilia Romagna che ha permesso di creare un progetto solido e coprire anche gli alti costi della gran boucle. Tour che in Italia aveva sconfinato toccando il Piemonte e che lì aveva ingolosito il primogenito di Gino Bartali che nel 2010 aveva iniziato a creare contatti e lavorare per poter avere la partenza da Firenze dedicandola al padre ma nonostante la trattativa andata molto avanti, il sogno era naufragato. Ora viene realizzato con questa 4 giorni che sarà dal 29 giugno al 2 luglio dedicata a Bartali con la sua storica doppietta ’38-’48 distraendo gli animi degli italiani sull’orlo della guerra civile dopo l’attentato a Togliatti, il campionissimo Coppi, Magni, Nencini, Pantani su Plateau de beille che torna nel 2024, con lo storico scontro con Ullrich vincendo. Una dedica a tutti i corridori italiani protagonisti al Tour, che tra l’altro partirà in Italia ricordando anche Bottecchia, a un secolo dalla sua prima vittoria del 1924, con tappa e maglia gialla che non lasciò più e primo italiano a imporsi alla gran boucle. Un Tour anche di grandi numeri in termini di telespettatori, capace quest’anno di contare 42 milioni di francesi e 150 milioni di europei alla tv per questa grande corsa che è anche un’enorme vetrina turistica fatta, nella sua 111^ edizione, di 3.492 km complessivi che vedranno protagonista il nostro territorio.

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Le tappe

Se la Francia è sinonimo di ‘grandeur’, ecco che l’emozione è stata immensa quando nel megaschermo del Palais de Congres di Parigi, tra buio, energia e il cuore che batte sapendo di vivere qualcosa di unico, è apparsa la prima tappa dove in grande campeggiava il nome Firenze-Rimini e le tappe snocciolate direttamente da Christian Prudhomme, patron del Tour. “Sabato 29 giugno sarà una giornata che promette di essere memorabile – ha aperto Prudhomme – perché il plotone del Tour partirà da Firenze, da Piazza Signoria, passerà su Ponte Vecchio e si dirigerà verso Piazza Bartali ricordando questo immenso campione che è riuscito a vincere il tour a dieci anni di distanza, con in mezzo una guerra, ma che è stato un uomo anche più grande perché è tra i Giusti delle Nazioni nascondendo persone in casa sua. Una tappa da 206 km che passerà sulle strade che ricorderanno Gastone Nencini. La prima tappa sarà ‘muscolosa’ con diverse salite come Colle Valico dei Tre Faggi a 930 metri d’altitudine, il colle Barbotto a 584 metri e poi il Colle di San Leo a 572 metri, passeremo per la repubblica di San Marino e arriveremo a Rimini, la più grande stazione balneare d’Italia nel lato adriatico”.

E prosegue con la seconda tappa. “Con Cesenatico non possiamo non ricordare Marco Pantani – è andato avanti Prudhomme descrivendo la seconda tappa, da Cesenatico a Bologna, in programma il 30 giugno – faremo una grossa traversata dell’Emilia Romagna, passeremo per Imola, nel celebre circuito automobilistico, e sulle strade del mondiale 2020. Poi per ben tre volte ci sarà da scalare il San Luca a Bologna prima dell’arrivo nella città tra le più grandi città universitarie”. E la Piacenza-Torino del 1 luglio. “Per la terza tappa partiremo da Plaisance, città di Giorgio Armani e di Inzaghi e lasceremo l’Emilia per andare in Piemonte, nella tappa più lunga del Tour di 229 km – ha proseguito Prudhomme – il plotone attraverserà la Tortona di Fausto Coppi per dirigersi verso Alba e conoscere il primo sprint di questa nuova edizione, a Torino”. Ultima giornata, il 2 luglio con la Pinerolo-Valloire di 138 km. “Un po’ più a sud ripartiremo da Pinerolo dove il Tour è stato nel 2011 – ha concluso – qui si ricorda ancora il campionissimo nella sua storica Cuneo – Pinerolo. Dopo 40 km si affronta il Sestriere (2035 metri) poi il Monginevro a 1860 metri, poi un lungo fondovalle per arrivare alla salita del Galibier (2642 metri) dalla parte meno dura e l’arrivo a Valloire”. E via scoprendo tutto il percorso che terminerà , anche qui storicamente, a Nizza perché Parigi sarà impegnata con le Olimpiadi.

Prima tappa

Tappa Firenze-Rimini (206 km), sabato 29 giugno. Da Piazzale Michelangelo, con il passaggio davanti al Museo intitolato a Gino Bartali a Ponte a Ema, dove è nato, al Mare Adriatico: 205 chilometri con un dislivello di 3.800 km tra il valico dei Tre Faggi, ancora in territorio toscano, fino al Monte Barbotto e al Colle di San Leo, in territorio emiliano-romagnolo, le due salite più dure. Un percorso impegnativo che in Emilia-Romagna toccherà i seguenti Comuni: Premilcuore, Galeata, Santa Sofia, Bagno di Romagna, Sarsina, Mercato Saraceno in provincia di Forlì-Cesena; Novafeltria, Talamello, San Leo, in provincia di Rimini, e dopo un passaggio nella Repubblica di San Marino, l’arrivo nella città capoluogo.

Seconda tappa

Tappa Cesenatico-Bologna (201 km) domenica 30 giugno Dalla località sulla costa emiliano-romagnola in cui è nato Marco Pantani, al quale è dedicata la tappa, a Bologna con gli impegnativi tornanti del Colle di San Luca, passando per la Cima Gallisterna e l’autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola, due luoghi legati ai Mondiali di Ciclismo del 2020. Un percorso che attraverserà i Comuni di Cesenatico, in provincia di Forlì-Cesena; Cervia, Ravenna, Russi, Faenza, Brisighella, Riolo Terme in provincia di Ravenna; Imola, Dozza, Castel San Pietro Terme, Ozzano dell’Emilia, San Lazzaro di Savena, Pianoro, in provincia di Bologna, oltre al comune capoluogo punto di arrivo della tappa.

Terza tappa

Tappa Piacenza-Torino (229 km), lunedì 1 luglio. Una tappa interamente pianeggiante per velocisti puri. Piacenza, Rottofreno, Sarmato, Castel San Giovanni i comuni attraversati nel Piacentino. Prima di spostarsi in Lombardia e Piemonte nei luoghi di Fausto Coppi, il campionissimo. Fino a Torino, da dove i ciclisti partiranno per dirigersi in territorio francese.

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La presentazione a Parigi

Al Palais de Congres di Parigi era presente anche il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini che ha parlato anche per conto di Toscana, Piemonte e tutti i comuni coinvolti. “Un Tour di prime volte – ha introdotto Prudhomme – nel 2020 non sapevamo come sarebbe stato il futuro e ho ricevuto un messaggio da Nardella, sindaco di Firenze, che sognava di parlare ancora del Tour. Siamo andati e abbiamo incontrato anche Stefano Bonaccini, uomo che ha salvato i campionati del mondo 2020 e più tardi il presidente del Piemonte Alberto Cirio. Era un’anomalia che un Paese che ha avuto campioni così forti e storici, non fosse ancora entrato nel Tour”. E la parola a Bonaccini. “Un buon Tour ha bisogno di un amico che guida e buoni compagni di viaggio – ha iniziato – Il Tour è molto più di una gara ciclistica: è un’avventura umana fatta di sudore, impegno, salite epiche, fatica , velocità, grandi sfide e imprese con tanti appassionati a incitare i ciclisti e milioni davanti ai teleschermi a vivere paesaggi ed emozioni uniche. Il Tour è davvero lo sport che diventa linguaggio universale parlato e compreso in tutto il mondo. La Grand Depart Firenze-Emilia Romagna è un sogno che si avvera ed evento di portata storica per l’Italia. Si correranno oltre 600 km da piazza Signoria, cuore del rinascimento a Torino, prima capitale d’Italia, attraversando l’Emilia Romagna l’antica via consolare, Via Emilia. Per la prima volta sulle nostre strade sfrecceranno la maglia gialla e tutti più importanti corridori. Nella storia centenaria del Tour la Gran Partenza ha toccato luoghi simbolo della nostra Europa e nel 2024, anno delle olimpiadi, tocca a noi”. Bonaccini che ha parlato anche a nome di tutta la cordata, evidenziando la grande opportunità sportiva ma anche turistica per i nostri territori. “Siamo pronti ad accogliere il Tour, straordinaria opportunità e frutto lavoro di squadra lungo tre anni – ha proseguito – Parlo a nome di Toscana, Piemonte ed Emilia Romagna, del sindaco di Firenze Dario Nardella, di quello di Torino Stefano Lo Russo perché tutti insieme abbiamo fatto l’impresa di portare il Tour per la prima volta nelle nostre comunità”. Presenti in sala anche i rappresentanti di Bologna, Cesenatico, Piacenza, Rimini, Pinerolo. “Questa è una grande opportunità di visibilità internazionale e di attrattività turistica, con tantissimi che potranno arrivare nelle nostre città e scoprire le nostre tradizioni e bellezze – ha sottolineato Bonaccini – C’è un legame profondo tra l’Italia e il Tour fatto di numeri e persone: 7 vincitori e 10 vittorie, 28 corridori in maglia gialla, 269 successi di tappa e corridori che hanno scritto pagine importanti del Tour, come Bottecchia, il primo sul podio e Nibali ultimo sugli Champs Elisèè, 16 anni dopo l’indimenticabile Pantani, ultimo corridore che ha conquistato Giro e Tour nello stesso anno. E non si può dimenticare Gino Bartali e Fausto Coppi con 2 vittorie ciascuno che nel luglio ’52 sul Galibier furono immortalati in quella che è diventata l’immagine simbolo del ciclismo, quel passaggio di borraccia che è forza straordinaria che ancora oggi ci emoziona. C’è dunque un legame profondo tra Italia e Tour che nel 2024 si rafforza e per questo devo dire grazie a Prudhomme per aver creduto nel nostro progetto. Sarà un’occasione senza precedenti ma soprattutto una sfida per tutti che può contare su capacità organizzativa che ha già dato grande prova di se. Saremo buoni compagni di viaggio pronti ad accogliere il mondo delle due ruote e a dare il benvenuto a tutti. Vive le tour de France per la premiere fois in Italie”. Un Tour che davanti a tre diverse scelte di percorso presentate dalla cordata italiana, ha optato per quella più dura. Sarà dunque una grande festa dove, di certo, le prime tappe, da Firenze a Rimini e poi Cesenatico-Bologna con le salite, è atipica e sulla falsa riga del Giro e con il San Luca che scalato per tre volte sarà molto impegnativo. Giornate dove nessuno vorrà perdere terreno per strada.

I presenti alla cerimonia

Alla presentazione, insieme al presidente Bonaccini, anche il sindaco della Città metropolitana di Firenze, Dario Nardella, il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, il sindaco della città metropolitana di Torino, Stefano Lorusso. E i sindaci di Rimini, Jamil Sadegholvaad; di Cesenatico Matteo Gozzoli; di Piacenza Katia Tarasconi. Oltre a Mattia Santori, consigliere delegato al Turismo e ai Grandi eventi sportivi del Comune di Bologna, e Davide Cassani, presidente di Apt Servizi, l’agenzia di promozione turistica della Regione Emilia-Romagna. Ospiti dell’Ambasciatrice d’Italia in Francia, Emanuela D’Alessandro, alla successiva iniziativa promossa dall’Ambasciata italiana in collaborazione con l’ufficio Enit di Parigi per presentare i territori e le Regioni italiane che saranno protagoniste del Tour de France 2024. Giornata di presentazione alla quale ha partecipato anche Gianmaria Manghi, capo della segreteria politica della Presidenza della Giunta, che ha coordinato il lavoro necessario a portare il Tour qui, tenendo le fila con gli organizzatori e i partner istituzionali italiani.

Indotto

Quasi 2 milioni di presenze e un indotto stimato in 120 milioni di euro. Secondo uno studio commissionato dalla Regione, per le prime tre tappe del Tour si possono prevedere circa 1,8 milioni di spettatori presenti in Italia, di cui oltre 730 mila in Emilia-Romagna. Arriveranno a circa 150mila le presenze previste negli alberghi, oltre la metà in Emilia-Romagna. Importanti le ricadute economiche, con un indotto diretto di 59 milioni di euro, di cui 29 milioni in regione, più l’indotto e i benefici indiretti a livello nazionale per ulteriori 47 milioni, con altri 13 milioni sulle aziende della filiera del ciclismo.

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