Bortolotti, Us Open sogno proibito: "Gli Stati Uniti mi negano il visto"
Il 33enne tennista avrebbe giocato per la prima volta uno Slam: "Sono in black list dopo un torneo in Iran"
Una vicenda surreale e un sogno negato. A meno di due mesi dal trionfo nel doppio nell’Emilia-Romagna Tennis Cup con l’australiano Romios che gli aveva aperto le porte della Top 100 del ranking mondiale e poter così giocare uno Slam, il tennista reggiolese trentatreenne Marco Bortolotti ha visto negata la sua richiesta di visto per disputare gli US Open che lo avrebbero visto protagonista in doppio con l’altro italiano Flavio Cobolli.
Le autorità statunitensi gli hanno negato l’Esta, ovvero il Sistema elettronico usa per l’autorizzazione al viaggio e il motivo ha dell’incredibile: nel 2015 Bortolotti ha disputato un torneo in Iran, paese nella black-list, ma al tennista reggiano è stato negato anche il visto B1 poiché ritenuto non corretto da parte del console che non ha voluto sentire ragioni.
"Non avendo mai sentito fra i miei colleghi – dice il tennista reggiolese – qualcuno che avesse avuto problemi con i visti Usa, non mi sono preoccupato in anticipo di espletare la procedura. Anche la compagna di un mio amico era andata negli States e poco prima era stata a Cuba, altro paese nella black-list, senza avere problemi. Quindi ho fatto la richiesta per l’Esta due settimane prima del torneo e mi aspettavo, da procedura, una risposta entro le 72 ore. Non avendo ricevuto risposta, ho fatto la procedura per il visto B1 e mi hanno dato appuntamento per martedì scorso, dunque mi sono recato all’ambasciata americana di Milano".
E la risposta quale è stata?
"Non avrei mai pensato che mi negassero il visto ma il motivo è surreale. Il console pensava che prendessi uno stipendio, mentre gli ho riferito che nei tornei si può al massimo vincere un montepremi quindi avevo fatto richiesta del visto B1, cioè quello valido per recarsi negli Usa per un periodo limitato per motivi professionali".
La risposta?
"Che dovevo applicare la procedura per il visto di tipo P (categoria per gli sportivi, ndr), ma noi tennisti non possiamo averlo perchè serve un codice che non ci rilasciano. Purtroppo, anche se in errore, la decisione del console è inappellabile".
È così stata negata la partecipazione al primo Slam in carriera.
"L’US Open è uno dei quattro tornei più importanti al mondo, sarebbe stato il primo per me e sicuramente una tappa importante della mia carriera".
Le ultime due settimane devono essere state molto pesanti. "Avevo in programma una serie di allenamenti sul cemento di avvicinamento agli US Open, visto che stavo giocando sulla terra rossa, ma non ne ho avuto il tempo, tra telefono, energie mentali e viaggio a Milano che si sono rivelati invani".
Ora si volta pagina.
"Ripartirò dal Challenger di Genova o Siviglia con obiettivo gli Australian Open del 2025".
Cosa rimane da questa vicenda?
"Spero che la mia esperienza serva alle federazioni e agli organizzatori per poter essere d’aiuto ai giocatori affinché non si ripeta il fatto con altri atleti".
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