Fabio Soli, mister Europa è geminiano: "Conservo la passione di Modena"

Il coach trionfa alla guida di Trento: "Prima o poi tornerò a lavorare nell’azienda agricola di Baggiovara"

di ALESSANDRO TREBBI -
9 maggio 2024
Fabio Soli, mister Europa è geminiano: "Conservo la passione di Modena"

Fabio Soli, mister Europa è geminiano: "Conservo la passione di Modena"

Se non ha fatto un’intervista in dialetto modenese è solo per rispettare il protocollo, che impone di rilasciare le prime dichiarazioni in inglese. Il fresco campione d’Europa di volley, Fabio Soli, ha però ben chiaro non solo dove vuole arrivare con la sua Trento, ma anche da dove viene e dove un giorno vorrebbe rientrare: "Prima o poi tornerò a lavorare in azienda agricola a casa, a Baggiovara", racconta il pupillo di Daniele Bagnoli, che con l’Itas ha conquistato la vetta continentale dopo aver dominato, ad Antalya, la finale sui polacchi dello Jastrzebski Wegiel. Un successo che parte da lontano nella parabola di uno degli allenatori più promettenti di tutto il panorama internazionale.

Come ci racconta la differenza nei pensieri di quando l’ha chiamata Trento l’estate scorsa e di quando ha sollevato la coppa, domenica?

"Sono il capo e la coda di un filo che è partito da una telefonata a gennaio di Da Re. Una telefonata che mi ha reso felicissimo perché mi si presentava davanti l’occasione sempre desiderata. In fondo, poi, c’è stata l’incredibile felicità di essere riusciti a conquistare un traguardo per il quale ho carcato, abbiamo cercato di spendere tutta la passione e tutta la conoscenza possibile. Però tra i due momenti sembra passata un’era".

Arrivare dopo Lorenzetti e dopo uno scudetto vinto: facile o difficile?

"Di difficoltà ne abbiamo incontrate, è doveroso dirlo. Ma nessuna riconducibile a una sorta di presenza occulta legata ad Angelo. Anzi, ho trovato è un’estrema sobrietà dopo uno scudetto vinto e tanti anni con la stessa guida tecnica. Una società già pronta a guardare al futuro e con essa la squadra: una cosa che ho percepito durante tutta la stagione, sia nei momenti migliori quando volavamo in testa alla regular season, sia quando siamo andati in difficoltà con infortuni e le tante sconfitte nella fase finale dei play off".

Qualcuno di staff o squadra per cui hai una menzione speciale?

"Poter lavorare con Da Re è qualcosa di difficile da spiegare perché la naturalezza con la quale svolge il suo compito è impressionante: riesce a tenere tutto insieme. È la caratteristica che lo rende il dirigente numero uno della pallavolo italiana. Tanto di quello che abbiamo ottenuto nell’ultimo periodo è stato anche grazie a sue intuizioni e alla sua esperienza".

Da Re, primo e per ora ultimo a credere in lei?

"Verissimo, è una figura particolare e importantissima nella mia carriera da allenatore".

Cosa si è portato dietro della sua Modena in questo cammino?

"La passione. Modena è così, ha le fondamenta ben piantate nella passione di chi come me è nato in un ambiente di quel tipo e ha sempre visto la pallavolo oltre il ‘mestiere’. Ne vado fiero: è il modo migliore per affrontare ogni tipo di avventura, da Trento a Cisterna a Ravenna. Tutte realtà dove sono entrato con la passione nata a Modena, un posto magico".

Non potrete difendere la Champions: giusto o non giusto?

"Sono regolamenti e vanno rispettati. Più che il discorso di non poterla difendere avendola vinta, è sempre stato così nel volley europeo, credo che sia profondamente ingiusta la regola degli ultimi due anni, che non premia chi vince la regular season. Credo e spero che la regola verrà modificata".

Champions League ma niente scudetto. Una lacuna da colmare?

"Faccio fatica a individuare come obiettivi quelli di vincere una competizione o un’altra. Sono contento di essere arrivato in una squadra che può puntare in alto. In testa non ho l’idea di provare a vincere lo scudetto? Certo che ce l’ho, intanto lavoro per arrivare a giocarmelo".

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