Il mito della pallavolo . Panini è nella Hall of Fame

Il commendatore è stato il più votato dal pubblico nella categoria ’leader’. Nel 1966 diede vita al gruppo sportivo che oggi conosciamo come Modena Volley.

di ALESSANDRO TREBBI -
21 maggio 2024
Il mito della pallavolo . Panini è nella Hall of Fame

Il mito della pallavolo . Panini è nella Hall of Fame

La giuria popolare, guidata dai voti italiani e soprattutto modenesi, aveva già espresso la sua preferenza. Ieri però la commissione ufficiale, riunitasi negli Stati Uniti, ha emesso il verdetto ufficiale: Giuseppe Panini entrerà nella Hall of Fame del volley nella cosiddetta ‘38esima classe’. Il commendatore che ha fondato il Gruppo Sportivo Panini, la cui storia è proseguita e prosegue tuttora col nome di Modena Volley, è stato il più votato dal pubblico e dalla giuria nella categoria ‘leader’, in una giornata storica per il volley italiano che ha visto entrare nella Hall of Fame anche un nemico sportivo storico della Panini, Andrea Zorzi, inserito nella categoria ‘indoor maschile’. Assieme a loro altre leggende del volley internazionale tra cui l’allenatore Zè Roberto e la giocatrice cubana Regla Torres (non c’è l’ha fatta l’altra italiana in lizza, Manuela Benelli). La cerimonia ufficiale si terrà sabato 19 ottobre a Holyoke, in Massachusetts, luogo cui convenzionalmente si attribuisce la genesi del volley.

Giuseppe Panini. L’idea nacque nel 1966, partendo da una serie C maschile. Il commendatore fondò il Gruppo Sportivo in una città che trasudava pallavolo, con 11 scudetti consecutivi divisi da Minelli, Avia Pervia e Villa d’oro tra 1953 e 1963. Tra i fratelli, già imperatori della figurina, fu Giuseppe a occuparsene, di fatto per tutta la vita, fino al momento della cessione a Giovanni Vandelli nel 1993. Un successo senza precedenti: quattro scudetti tra 1970 e 1976 (quelli degli anni pari, secondo una consuetudine statistica cara ai tifosi gialloblù), un periodo di vittorie europee e poi l’epopea di Velasco, altri quattro scudetti tra 1986 e 1989 e la tanto inseguita Coppa dei Campioni nel 1990, quando in panchina sedeva Jankovic, Velasco era già in azzurro, la bestia nera Cska Mosca era stata eliminata dai francesi del Frejus. Non solo tantissimi trofei (8 scudetti, 6 Coppa Italia, 1 Coppa dei Campioni, 3 Coppa Cev, 2 Coppa delle Coppe), ma alcune pietre miliari dello sport sotto rete italiano: coi 3 scudetti alla Panini, gli ultimi della sua carriera, Anderlini è ancora oggi l’allenatore italiano con più tricolori (8) assieme a Bagnoli; Julio Velasco è diventato Julio Velasco grazie al rischio enorme che Panini volle prendersi per sostituire Nannini nel 1985; la ‘Generazione dei Fenomeni’ del volley italiano che ha vinto tutto è nata sotto la Ghirlandina. In fondo, ma in realtà in cima, lo stile di Giuseppe Panini: elegante, garbato. Capace di delegare a persone competenti laddove le sue, di competenze, non potevano arrivare. Un illuminato capace di emergere anche quando non era il più ricco, grazie alla sua umanità, alla profonda conoscenza e al profondo amore per la sua città: Modena.

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