Il volley che ha fatto la storia. Un libro su Gabriella Prati

Il duo Gàbici-Suprani racconta l’epopea dell’allenatrice e della sua Virtus. La presentazione del testo sabato alle 17 in Sala Ragazzini, a Ravenna.

16 maggio 2024

E’ in diffusione – per i tipi delle edizioni Capit Ravenna – un libro di storia cittadina che punta l’obiettivo su un personaggio e su un gruppo di ragazze in grado per quasi un decennio di segnare, al di là dei risultati sul campo, l’intera atmosfera della pratica sportiva al femminile. Si tratta di “Una vita sotto rete. Gabriella Prati e la Virtus” di Franco Gàbici e Umberto Suprani con la collaborazione di Anna Bendandi, Rossella Cantarelli, Grazia Fabbri e Saura Turri. La presentazione ufficiale, che sarà anche l’occasione per una rimpatriata, per un atteso revival delle pallavoliste virtussine, è in programma alle 17 di sabato nella sala Ragazzini, in largo Firenze, a due giorni dalla ricorrenza dell’ottantaseiesimo anniversario della nascita di Gabriella Prati. Alla cerimonia, coordinata da Anna Bendandi, interverranno, oltre ai due autori, l’assessore comunale Livia Molducci, le ex pallavoliste azzurre Simona Rinieri e Serena Ortolani, il presidente ravennate del Csi Alessandro Bondi e il presidente Capit Pericle Stoppa.

La Virtus, fondata nel 1962 su indicazione del professore Aldo Strati subito raccolta da Gabriella, insegnante di educazione fisica alla media ‘San Pier Damiano’, che trova nel Ricreatorio Arcivescovile l’humus ideale, ha avuto il grande merito - spesso misconosciuto - di attizzare la pallavolo femminile, i cui unici ‘resti’ negli anni Cinquanta portavano le insegne di Adriatica, Ruentes e Fari. Le prime stagioni, sotto l’egida della Fari (ente di promozione femminile di stampo cattolica come lo era il Csi sul fronte maschile), sono particolarmente favorevoli, tanto che - con l’affiliazione alla Fipav – la progressione nei valori nazionali assume caratteri particolarmente favorevoli. Gabriella Prati e le sue scatenate ragazze nel 1965 centrano un fantastica accoppiata: scudetto tricolore Fari e soprattutto la promozione nella massima divisione femminile, allora riservata alle otto squadre più forti della nazione. Tante soddisfazioni, contrassegnate da scalpi eccellenti, illustrano un quadriennio in cui Ravenna scopre e si appassiona a questa Virtus, che – senza volerlo – sta tracciando il solco a quello che diverrà il fenomeno Olimpia Teodora.

Nella seconda metà del 1969 poi c’è da fare i conti con problemi economici, logistici e di disponibilità di giovani e di ragazze che - pensando al proprio futuro – sono costrette a scelte di vita non proprio in linea con le esigenze di studi e di famiglia. All’indomani della conquista del terzo scudetto Fari, Gabriella decide di lasciare la panchina, dedicandosi ad impegni dirigenziali ed educativi che la portano ad essere la prima donna eletta nel consiglio nazionale dell’appena costituito Csi- Fari. Un ulteriore decennio di attività a favore della gioventù e della pratica sportiva. Ma lei non abbandonò mai le sue ragazze e – come sottolinea Gàbici nel libro – talvolta fu una amica stretta, fors’anche una seconda mamma. Insomma una ‘chioccia’ che non hanno mai dimenticato. E quando nel novembre di due anni fa, stroncata dal male, se ne andò, il cordoglio e il dolore furono veramente profondi, indelebili.

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