Matteo, 23 anni, in forza a Cagliari. "All’andata tra noi furono scintille»
Matteo Miselli, giocatore di pallavolo poco noto nel reggiano, racconta la sua esperienza negli USA e il suo ritorno in Serie A3 a Cagliari. Parla anche dell'aneddoto con il fratello Andrea e dell'incontro con la capolista Mantova.
Matteo Miselli è un giocatore di pallavolo poco noto nel reggiano, se non fosse che ha iniziato a giocare a Pieve. Poi a Modena, quattro anni negli Usa e ritorno in Serie A3 a Cagliari.
E un curioso aneddoto con il fratello Andrea, tutto da raccontare. "E’ vero – dice Matteo – dall’Under 14 ero già in Modena Volley, sino all’Under 20, dopo di che mi sono diplomato e ho deciso di andare a studiare negli Stati Uniti. Mi sono laureato in Biologia, anche se per ora non sono riuscito a convertire la mia laurea americana".
E come mai a Cagliari?
"Negli Usa abbiamo vinto il nostro girone universitario con la North Carolina, dove mi ero spostato dopo il primo anno nel Tennessee. Una bellissima esperienza, anche se lontano da casa: paese diverso, lingua e culture diverse. Al ritorno c’è stata questa opportunità e devo dire che mi trovo molto bene… e poi a Cagliari c’è il mare".
Siete quarti e domani affrontate la capolista, il Gabbiano Mantova.
"Sì, campionato oltre le aspettative, anche se io non sono sempre titolare. Domani a Mantova sarà durissima, noi a questo punto vogliamo entrare nei play off e quindi ci servono punti. E comunque è gara d’alta classifica, dunque ci sarà spettacolo".
Di fronte si troverà Andrea, il fratellone esperto anche di A2. Ma ci racconta cosa è successo nella partita di andata?
"E’ stato davvero divertente. Io sono schiacciatore, Andrea è centrale e quindi è chiamato spesso a murare gli attaccanti avversari. Io entro in campo, schiaccio, Andrea mi mura e fa punto: mi urla in faccia diciamo la sua bravura, come se volesse dirmi che era ancora il migliore…"
E l’arbitro?
"Lo ha ammonito per eccessiva esultanza, perché nel volley non si può esultare in faccia all’avversario, è considerato atteggiamento provocatorio".
Lei?
"Io ho aspettato l’azione successiva, ho schiacciato e ho fatto punto evitando il suo muro. E a quel punto gli ho urlato la mia rivincita".
E cos’è successo?
"L’arbitro ha ammonito pure me, non sapeva che fossimo fratelli e che era quasi uno scherzo: ha applicato il regolamento. Ha voluto tenerci più tranquilli. Tra l’altro non ci eravamo mai incontrati prima in gare ufficiali".
E domani a Mantova succederà di nuovo?
"Assolutamente no: ma anche all’andata, a fine partita ci siamo abbracciati. Lui sta facendo un bel campionato, sono contento che siano primi, stanno davvero giocando bene".
Riparliamo del suo futuro?
"Per ora a Cagliari gioco e basta, però la mia idea è di riprendere a studiare, magari per fare davvero il biologo. C’è ancora tempo; non so se tornerò ancora negli Stati Uniti, vedremo".
Claudio Lavaggi
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