Chechi incorona Sofia Raffaeli. Il signore degli Anelli: "Olimpiade unica, anche per chi la organizza”
Il campione vede chances per Raffaeli, Abbadini, Bartolini e Macchini. "Io farò un tifo scatenato per Iapichino. Mennea voleva i Giochi sempre ad Atene? Ha senso, ma ora il Cio è attento alla sostenibilità"
Roma, 24 luglio 2024 – Il Signore degli Anelli non ha smesso di credere nel sogno chiamato Olimpiade. "Con tutti i suoi difetti rimane un evento che continua a trasmettere messaggi positivi in ogni angolo del pianeta. Perché i Giochi sono universali…"
Juri Chechi è con Braglia, Menichelli e Vanessa Ferrari il ginnasta che ha fatto la storia della disciplina in Italia e non solo. Il suo oro agli anelli ad Atlanta nel 1996 commosse una intera nazione. "È passata una vita ma chi c’era ancora si ricorda – sospira il Campionissimo –. Anche questo è un segno della potenza mediatica ed emozionale dell’evento".
Adesso c’è Parigi.
"Sarò lì per la Rai. Raccontare le imprese degli altri mi diverte, sempre tenendo presente che nello sport ci sono anche le sconfitte, mica solo le vittorie".
Previsioni sulla spedizione azzurra?
"Faremo meglio di Tokyo".
Addirittura.
"Sono ottimista. Per una serie di ragioni".
Sentiamo.
"Per il nostro movimento questa è una fase storicamente favorevole. Il Coni e le federazioni stanno lavorando bene. Forse non abbiamo mai avuto tanti potenziali candidati al podio in così tante discipline. C’è poi da aggiungere un’altra cosa, se posso permettermi".
Prego.
"Nel mondo purtroppo stanno accadendo cose orribili. Che in certe aree hanno ovviamente una conseguenza negativa sulla pratica sportiva".
Tradotto: la concorrenza si riduce.
"È triste, ma è così. Penso alla mia ginnastica: senza russi e bielorussi si aprono praterie, per chi ha la fortuna di poter gareggiare liberamente".
A proposito di ginnastica…
"A Parigi farà benissimo la magnifica Raffaeli nella ritmica. Nell’artistica abbiamo una squadra maschile che può aspirare al bronzo e sono da medaglia anche Bartolini nel corpo libero, Macchini alla sbarra e Abbadini nell’all around".
Fuori dalla palestra?
"Io ho un legame forte con Fiona May e Gianni Iapichino, farò un tifo scatenato per Larissa, la loro figliola. È una ragazza, dopo Parigi avrà ancora tante opportunità, ma potrebbe essere una sorpresa nel lungo già stavolta. Poi ci sono i personaggi più popolari, da Tamberi a Jacobs a Paltrinieri, sono ancora tutti lì e ci proveranno. L’Olimpiade è uno stimolo unico, è qualcosa che ti capita ogni quattro anni, lavori avendo quel chiodo fisso nella testa. È bellissimo, nonché tremendamente stressante".
Juri,una volta Pietro Mennea mi disse che invecchiando si era convinto a disputare i Giochi sempre nello stesso luogo, magari Atene, per contrastare gli sprechi, le pretese egemoniche di dittatori, eccetera…
"Eh, Mennea aveva ragione a denunciare i limiti e i difetti dell’evento. Io però mi riconosco nelle posizioni assunte dal Cio, che ha messo la sostenibilità al primo posto, chi vuole ospitare i Giochi deve contribuire in modo permanente alla diffusione dei valori sani che lo sport incarna. Non è impossibile: se Atene 2004 ha avuto un impatto catastrofico sulla Grecia, è anche vero che Barcellona nel 1992 cambiò per sempre e in meglio la città catalana".
Insomma, si può ancora fare.
"Con tutte le avvertenze del caso, sì".
E Parigi?
"Speriamo si tinga di azzurro, amico mio".
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