Olimpiadi Parigi 2024, la critica di Voigt "La prova in linea è lunga, la crono è breve"

L'ex corridore tedesco commenta i tracciati delle gare ciclistiche: "Si rischia la noia profonda in una corsa che per me dovrebbe vedere di scena i dilettanti e i giovani e non i professionisti"

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
26 luglio 2024

Roma, 25 luglio 2024 - Le imminenti Olimpiadi di Parigi 2024 mettono tutti d'accordo. O quasi: tra le voci discordanti, in merito alla prova in linea di ciclismo, c'è quella di Jens Voigt, ex stella della pista e oggi talent di Eurosport.

I dettagli

In occasione della tavola rotonda tenuta da Warner Bros Discovery, il tedesco ha criticato aspramente il percorso della prova in linea, in programma il 3 agosto. "Disegnare un percorso di 273 km per un totale di appena 90 atleti in gara nel contesto dell'estate parigina penso sia un errore. Il rischio è che venga fuori una gara noiosa e con pochissimi corridori che arriveranno al traguardo. Alcuni di essi, quelli più 'esotici', già fanno fatica a completare prove del genere, ma poi in squadre così ristrette per tutti, chi si occuperà dell'inseguimento? Se proprio volevano avere una competizione con pochi partecipanti, tanto valeva togliere almeno 50 km dal percorso".

Jens Voigt (Ansa)
Jens Voigt (Ansa)

Dopo l'invettiva, Voigt passa a snocciolare l'elenco dei possibili favoriti. "In cima metto Mathieu Van Der Poel, il campione del mondo reduce da un Tour de France 2024 sotto i suoi standard: questo potrebbe significare che il suo picco di forma arriverà più avanti, magari proprio in concomitanza con l'appuntamento olimpico. Poi direi Remco Evenepoel, che invece alla Grande Boucle ha fatto molto bene e che nella prova a cronometro dovrà vedersela con Filippo Ganna. Considerando l'assenza di Tadej Pogacar, che non escludo possa aver detto no per contrasti con la Federazione, che a Urska Zigart preferisce due ragazze che avranno nel ct della Nazionale il loro direttore sportivo, e che Tom Pidcock sarà impegnato anche con la mountain bike, non vedo così tanti atleti che possano vincere una corsa così massacrante".

E qui ritorna l'argomento lunghezza. "Solo la Milano-Sanremo è più lunga, ma con il doppio dei contendenti, divisi tra l'altro tra le migliori squadre al mondo. A Parigi, per il motivo opposto, potremmo avere due scenari antitetici: un gruppo di corridori che va in fuga e riesce ad arrivare al traguardo perché dietro nessuno tira o, al contrario, il plotone che procede compatto fino all'arrivo senza che nessuno attacchi per mantenersi le energie per il finale". Per Voigt invece, a livello di cronometro, il problema potrebbe essere l'opposto: almeno per la gara maschile. "Apprezzo la volontà di disegnare lo stesso percorso per uomini e donne, ma per i primi penso che il percorso si poteva allungare di 10-20 km rispetto ai 32,4 km previsti". Poi, alla luce delle tante assenze, un'analisi sui possibili outsider. "La Slovenia, con gente come Matej Mohoric e Jan Tratnik, potrebbe far esplodere la corsa, con Nazionali rappresentate da un solo corridore che potrebbero aggregarsi alla ruota: penso ad Attila Valter, che rappresenterà da solo l'Ungheria e che nella Visma-Lease a Bike è sacrificato come gregario. Peccato per l'assenza di Richard Carapaz: l'Ecuador ha legittimamente scelto Jhonatan Narvaez ma - conclude Voigt - per il futuro si potrebbe pensare a una wild card per il vincitore uscente". Infine una provocazione fortissima. "I professionisti hanno già tante gare in cui mettersi in mostra: penso che alle Olimpiadi debbano correre i dilettanti o i giovani".

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