I segreti della crescita di Jannik Sinner

In un anno ha fatto passi da gigante. Servizio, dritto e gioco a rete

di UBALDO SCANAGATTA
17 novembre 2023

In 170 Slam e in 33 Atp Finals “coperti” come giornalista mai avevo visto un tennista italiano battere un n.1 del mondo.

Di 9 vittorie “azzurre” contro un n.1, ne avevo viste live 5, ma sempre in tornei minori. Ora Jannik Sinner è anche il primo tennista italiano a conquistare le semifinali delle ATP Finals.

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Sotto i miei occhi Adriano Panatta nel ’75 a Stoccolma, Barazzutti nel ’78 a New York, persero 3 partite su 3, Berrettini ne vinse una sola contro l’austriaco Thiem già qualificato e perse per ritiro contro Zverev qui a Torino nel 2021 quando la “riserva” Sinner battè Hurkacz per perdere poi da Medvedev. E non avevo mai sentito otto boati dell’intensità deflagrante di questi giorni. Sei all’ingresso e all’uscita dal campo per tutti i suoi match con Tsitsipas, Djokovic e Rune, il settimo e l’ottavo sono “scoppiati” in contemporanea, sugli spalti e in sala stampa, quando Djokovic ha messo in rete la risposta di dritto sul servizio dirompente di Hurkacz sul setpoint del 6-4 per il polacco grande amico di Jannik. Lì si è materializzato lo storico passaggio di Sinner alle semifinali.

Jannik Sinner (Ansa)
Jannik Sinner (Ansa)

Sinner non si era nascosto all’inizio del 2023: "L’obiettivo è partecipare alle ATP Finals". Ma, giovane saggio, non si era sbilanciato neppure dopo aver trionfato a Pechino e Vienna. E il giovane saggio ha spiegato al volgo e all’inclita che "Il tennis è uno sport di dettagli. Quasi ogni giorno devi affinarne di nuovi. Se migliori anche dello 0,0001 per cento hai fatto il tuo. Pian piano troverai quel che ti mancava".

Così prima “Stakhanov” Jannik ha modificato la posizione dei piedi al servizio, poi il movimento della racchetta dietro la schiena. Guarda caso la percentuale delle prime di servizio è passata dal 50% al 60% e al 70%. E tre volte ha servito a Vienna sopra all’80%. Ora non disdegna più neppure il serve&volley, se il team tattico Cahill-Vagnozzi lo consiglia. Da fondocampo ha sempre giocato bene, meglio il rovescio del dritto (sul quale talvolta non “frusta” abbastanza la palla se è bassa e lenta, mentre la incontra benissimo).

Problemi ha avuto anche sul piano fisico, anche prima di ieri. "Ora però ho finito di crescere (1,90), posso sopportare carichi di lavoro più pesanti. L’anno prossimo sarò più forte". Infatti, senza essere diventato …Ercole ha stroncato perfino Medvedev due volte, anche sulla distanza. Ora azzarda le smorzate, anche nei punti importanti. A rete non è più pesce fuor d’acqua. Continua a progredire. Ha personalità da vendere. E consapevolezza. Farà progressi? Li ho visti fare dopo i 30 anni a Nadal, Djokovic e Federer. Jannik ne ha 22.

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