Jannik Sinner, l’eroe normale: il suo mondo tra rap, privacy e famiglia. Chi è la sua fidanzata
Si carica ascoltando Eminem, ha una Alpine da 300 cavalli ed è geloso della sua vita privata: era campione nello sci, per fortuna ha scelto il tennis
“Allora, se tu avessi un colpo, l’opportunità di avere tutto quello che hai sempre voluto, quel momento lo prenderesti al volo o lo lasceresti scivolare via?". Prima di ogni match - succederà anche stasera alle 21 quando incontrerà Rune per prendersi la semifinale - Jannik Sinner ascolta quella frase intrappolata nel testo di ‘Lose yourself’, perdere se stesso, successo planetario del rapper Eminem. II senso è che a volte, per ritrovarsi bisogna, appunto, perdere se stessi. Esattamente quello che ha fatto Jannik Sinner quando ha cambiato coach, modo di giocare, sistemi di allenamento, tattica pur di costruire il Rosso che ha abbatte i Godzilla del tennis uno dietro l’altro.
C’è però uno Jannik dietro al Sinner che mulina la racchetta, a tratti sorprendente. Chissà perché, si ha di lui un’immagine da cliché che è un po’ la trasposizione maschile della Heidi dei cartoon, un ragazzino di montagna la cui unica unità di misura è la semplicità. Non è proprio così. Almeno in parte.
Eh già. Immaginate se a entrare in campo con una borsa di Gucci fosse stato Agassi ai suoi tempi. O ancor meglio, Adriano Panatta (che ieri ha incontrato Sinner). Apriti cielo e tira giù l’uragano. E invece è il Rosso che ha subito – sì – qualche refolo di polemicuccia a Wimbledon e niente di più. Il ragazzino di San Candido, perla dell’Alto Adige come si dice in questi casi, ha firmato un contratto da un milione l’anno per vestire Gucci, ha presenziato in prima fila alla Fashion Week milanese e i look che sfoggia sono superglam, con tanto di Rolex di ordinanza al polso. È testimonial da quando aveva 18 anni della leggendaria maison d’orologeria come alcuni dei dello sport: Roger Federer, Tiger Woods e Bjorn Borg. E ci ha visto lungo anche lo sponsor tecnico, la Nike che se lo è comprato per un decennio a 15 milioni di euro a stagione.
Jannik ha la passione per le auto, ma anche qui siamo sull’originale innovativo. Niente Rosso sulla Rossa, nè stile calciatore, tra ’Lambo’ e Aston Martin. "Adoro le auto - dice - , ho una Alpine ma non per farmi vedere in giro", che sarebbe poi la Alpine A110, bolide da 300 CV, la supersportiva di Renault. Scommettiamo che adesso andrà di gran moda? Perché poi per questa fascia di supercar non costa neanche molto: si parte da poco più di 100mila euro.
Il Rosso va in contromano anche sui social. Pare abbia rotto con la ex Maria Braccini, modella e influencer, rea di aver pubblicato un post su Instagram di troppo che li ritraeva insieme. Sì perché sulla vita privata Jannik è addirittura monacale. Sentite qua: "Se sto o no insieme a una ragazza, non lo metterò mai sui social, perché la mia vita privata voglio tenerla privata. Non ho bisogno di mettere una foto domattina per far vedere a tutti che sono fidanzato, o che non lo sono" ha detto recentemente e per lui i social sono in totale contromano rispetto ai suoi coetanei vip. "Sono un mezzo per lo sport che faccio, non per la mia vita privata. Non ho mai postato una foto con i miei genitori, forse con mio fratello una volta".
Ora pare sia fidanzato con una modella delle sue parti, di Merano, la silente Laura Margesin che c’è ma non c’è, proprio come piace a Jannik. "Credo di essere un ragazzo normale" ripete spesso e fa cose da ragazzo normale, come scroccare le pay tv: "L’account Sky è del mio fisioterapista, Dazn invece lo scrocco a Simone (Vagnozzi, il coach ndr)". Altoatesino che adora il barbecue, Sinner, ma nulla per lui è come la pizza, che ovviamente non può mangiare quando vuole per amor di ferrea dieta da atleta, ma quando vince grandi match si può sgarrare, dai. Gli piace talmente tanto che per il suo 20° compleanno, i genitori e il fratello Mark gli hanno messo le candeline su una ’margherita’ con salame.
Papà Hanspeter, classe 1964, e mamma Siglinde di due anni più giovane, lavoravano entrambi al Rifugio Fondovalle (Talschlusshütte) in Val Fiscalina: Hanspeter faceva il cuoco, Siglinde la cameriera. Ora il papà è entrato nello staff di Jannik, che scherza: "Cucina meglio di come gioca a tennis". Il Rosso ha un fratello adottivo, Mark cui è legatissimo, nato in Russia a Rostov nel 1998. Hanspeter e Siglinde lo hanno adottato quando pensavano di non poter avere figli.
Un predestinato, Sinner. A sette anni vince il Trofeo Topolino di sci come Alberto Tomba e diventa campione nazionale. Ogni tanto giocava a tennis, e lì la folgorazione: a 13 anni molla la sciolina e impugna definitivamente la racchetta. Lo sci però è una gran passione. Il suo sogno era sciare con Lindsay Vonn e ci è riuscito lo scorso anno a Plan de Corones.
I genitori gli hanno insegnato la cultura del lavoro duro e dell’umiltà. Sentite qua. Un giorno Jannik torna a casa piangendo a dirotto. Ha 10 anni e gioca a calcio nella squadra locale allenata da papà Hanspeter. La mamma gli chiede cosa sia successo e lui, tra i singhiozzi: "Papà mi ha cacciato via, ha mandato via me". Perché? Aveva preso palla nella sua metà campo, scartato tutti e fatto gol, senza passarla mai ai compagni. Il padre lo ha sostituito e mandato a casa, per insegnargli che nella vita come nello sport il concetto di squadra è tutto. Anche se quando impugni la racchetta credi di essere solo, se la pensi in questo modo non lo sarai mai.
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