Paolini, oggi la finale a Wimbledon, Garbin: "È felice perché gioca, questo è il suo segreto"
La capitana delle azzurre e il suo rapporto speciale con Jas: “Carattere genuino, il pubblico la ama”
Londra, 13 luglio 2024 – Jasmine Paolini e il teorema del sorriso, quell’onnipresente compagno che ha portato con sé nelle finali di sue Slam di fila. Il biglietto da visita di una ragazza di 28 anni capace di farsi campionessa pezzo dopo pezzo, stringendo i denti "nella generazione di Amazon e del clicca e acquista". Sì, per la capitana di Billie Jean King Cup, Tathiana Garbin il talento della toscana va ben oltre la logica del tutto e subito: parte dal carattere.
In semifinale l’altro giorno abbiamo visto da una parte lacrime e sudore, dall’altra invece, quella di Jas, più risate che sbuffate, nonostante fosse una partita dura. Come fa un’atleta di questo livello a prendere a braccetto la serenità?
"Jasmine nel vero senso della parola ’gioca’ a tennis. Lo sport la rende felice, per lei è proprio un divertimento, e il sorriso è il sintomo della serenità che palline e racchetta le regalano. Ora ne sta finalmente raccogliendo i frutti".
La vediamo sempre concentrata nel box, dietro i suoi occhiali fumè. ma ci dica che aria tira fra quei seggiolini lì a Wimbledon, dove sono arrivati anche i genitori di Jas?
"L’emozione c’è, ma posso dire che ci stiamo veramente divertendo a vedere giocare Jasmine in questa maniera. Dal campo arriva tutta la sua serenità, ed è bello vederla competere così libera, dando sempre il massimo".
Ovunque vada poi il pubblico sembra amarla particolarmente...
"Merito del suo carattere genuino. Le emozioni che trasmette quando gioca sono uniche, vere e autentiche".
C’è voglia di rivincita dopo la finale persa al Roland Garros. Un mese fa, contro Swiatek, era una missione quasi impossibile: cosa è mancato allora e cosa servirà oggi?
"A Parigi ha incontrato una giocatrice di grande concretezza e una pesantezza di palla decisamente importante. Jas era inoltre alla sua prima finale Slam, l’emozione credo possa aver giocato un ruolo importante".
In cosa sarà diverso?
"Ci arriva con un vissuto importante, anche se non sarà facile perché sia lei che Krejcikova arrivano con belle soddisfazioni e motivazioni molto alte. La chiave tattica secondo me sarà giocare d’istinto, senza pensare troppo, e chiudere più punti a rete".
Paolini si è fatta negli anni quando ora negli sport si esaltano i baby prodigi. E’ esplosa matura (28 anni), che vantaggio le può dare questa condizione?
"Io sono un po’ contraria al mordi e fuggi in quella che definisco la generazione Amazon che vuole tutto e subito. Ci sono casi in cui è più giusto lavorare prima sulla persona che sull’atleta perché sia pronto ad affrontare le difficoltà della vita passo dopo passo".
Lei come sta dopo la malattia? Le ragazze azzurre le danno tanta soddisfazione...
"Io sto bene, e le ragazze sono state meravigliose nel mio momento difficile quando mi sono venute a trovare in ospedale. Hanno vissuto con me alti e bassi, e ora sono felice di tutto quello che il nostro tennis ci regala".
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