Sinner e l’incubo Wada. L’esperto di doping: "Il rischio di squalifica c’è, ma la pena sarà simbolica”

L’avvocato Civale, membro dei pool di Uefa e Fifa per Legal Aid projects: "L’Agenzia vorrà farne un caso-simbolo, ma si parla di un paio di mesi"

di GABRIELE TASSI
1 ottobre 2024

"Difficilmente credo che questa storia possa finire con uno zero". Da una parte del mondo Jannik Sinner cerca di scrollarsi di dosso le preoccupazioni del ricorso Wada a suon di vittorie. Dall’altra chi per lavoro affonda spesso le mani nel mondo della giustizia sportiva crede che si potrebbe arrivare a una sanzione "simbolica" che "faccia scuola su un caso così importante", come la positività di Sinner alla sostanza dopante Clostebol.

Jannik Sinner, 23 anni, numero 1 del tennis mondiale
Jannik Sinner, 23 anni, numero 1 del tennis mondiale

Avvocato Salvatore Civale, presidente Associazione avvocati dello sport e nei pool di Uefa e Fifa per Legal Aid projects, si aspettava il ricorso Wada?

"Sì, sinceramente avevo pochi dubbi. L’agenzia mondiale antidoping vuole far mostra e mantenere saldi i suoi principi. Soprattutto l’intenzione è quella di difendere una casistica di precedenti piuttosto corposa in merito".

Noi tifosi di Sinner ci dobbiamo preoccupare?

"C’è da dire che le tracce di Clostebol sono minime (anche se con un solo campione non sappiamo se è la ‘coda’ di una positività più marcata). Ma ritengo che un paio di mesi potrebbe rischiare di prenderseli, magari con un accordo fra le parti, e spalmati su un periodo poco fitto d’impegni sportivi".

Jannik viene da un’assoluzione piena da parte di Sport Resolutions a seguito dell’apertura del caso da parte dellla International Tennis Integrity Agency (ITIA). Ma l’agenzia mondiale antidoping ne contesta l’assenza di colpa e negligenza. Perché?

"Perché secondo loro un tennista di quel calibro deve essere in grado di scegliersi dei collaboratori di altissimo livello e anche ’spiegare’ loro cosa sia doping e cosa no. Inoltre la Wada con questo ricorso vuole mantenere una certa uniformità giurisprudenziale".

Secondo lei su cosa potrà insistere la difesa del numero 1 al mondo?

"Probabilmente sulla ricostruzione già effettuata in primo grado. Ovvero che Jannik non sapeva che il suo staff avesse avuto contatti con la crema Trofodermin che contiene Clostebol".

Chi giudicherà a questo punto Sinner?

"Potrà essere preso ’in esame’ da un collegio di tre arbitri (uno per ciascuna parte e uno super partes), oppure un giudice unico nominato dal Tas di Losanna. Se si lascia decidere il tribunale si potrebbe persino arrivare alla squalifica di sei mesi. Credo però che si possa più realisticamente arrivare a un accordo fra le parti e a una ’pena’ decisamente inferiore".

Si è parlato tanto della mancata sospensione di Sinner una volta registrata la positività…

"A livello sportivo in generale la sospensione è quasi una prassi. Nel caso del tennis però, la parte che nell’ambito Fifa è per esempio delegata al collegio di disciplina, ovvero un organo interno, è invece affidata a un’organismo esterno, in questo caso Sports Resolutions, che si è preso incarico di nominare il tribunale indipendente che ha giudicato Sinner in primo grado".

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