Sinner lancia il talent Italia. Anche Paolini in trionfo. Il futuro è a tinte azzurre

Le imprese di Jannik trascinano il movimento, come era successo per l’atletica. Assalto al ranking: sei nei primi 100 e aspettiamo anche Nardi, Zeppieri e Gigante.

di PAOLO GRILLI -
27 febbraio 2024
Jasmine Paolini

Jasmine Paolini

Roma, 27 febbraio 2024 – La più dolce delle premonizioni si è già tradotta in realtà. Il successo dell’Italtennis in Davis, appena tre mesi fa, è stato solo l’incipit di un’era azzurra fatta di gloria e trionfi in uno sport che per lungo tempo non ci aveva visti protagonisti.

Bella forza, si obietterà, quando hai Sinner dalla tua parte. Certo, perché proprio Jannik ha poi subito riscritto la nostra storia della racchetta andando a conquistare l’Open australe. Ma c’è di più. L’effetto trascinante del Rosso su tutto io movimento è innegabile, sia al maschile che al femminile.

Proprio nell’ultimo weekend abbiamo gioito per la conquista del titolo Wta 1000 di Dubai di Jasmine Paolini, 28enne toscana arrivata a una maturità tennistica tale da eliminare ogni limite pregresso. La neo numero 14 del mondo ha riannodato al presente il filo vincente che dopo Pennetta, Schiavone, Vinci ed Errani sembrava essersi interrotto, se non per gli exploit un po’ a intermittenza della Giorgi.

"Grazie a Jannik si parla di noi", dice la 28enne della Garfagnana la cui carriera, dallo strepitoso torneo nell’emirato, diventa uno splendido e inesplorato percorso. Quasi era passato in sordina il secondo posto delle azzurre della capitana Garbin all’ultima Billie Jean King Cup, ex Federation Cup, perdendo in finale col Canada a Siviglia.

Tra gli uomini, l’ondata rivoluzionaria italica che poi ha avuto Berrettini – atteso da tutti ancora ai vertici – come capopopolo e apripista dopo le fiammate di Fognini, sembra come si diceva solo agli esordi. Un dato su tutti: abbiamo i giocatori mediamente più giovani fra quelle nazioni che ne possono vantare almeno tre tra i primi cento al mondo. Sinner (n.3), Musetti (26), Arnaldi (42), Sonego (48), le new entry Cobolli (69) e Darderi (80) hanno poco meno di 23 anni in media, un’età tennisticamente ancora acerba e che moltiplica le nostre speranze per il futuro.

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Sembra lontanissimo, quel quinquennio 2006-2011 in cui nessun titolo Atp finì nella nostra bacheca nazionale, tra il successo di Volandri a Palermo e quello di Seppi a Eastbourne. Sono poi arrivati 40 titoli in giro per il mondo – 20 negli ultimi tre anni – per merito dei nostri. ’Fogna’ ha inaugurato la teoria vincente degli Atp 500 ad Amburgo 2013, e poi quella dei Masters 1000 a Montecarlo 2019, eguagliato poi dal solo Sinner a Toronto l’anno scorso. Il fuoriclasse di Sesto ha poi alzato il livello al massimo, tuffandosi nella leggenda con il titolo a Melbourne. L’effetto Jannik è tangibile, inarrestabile. Qualcosa di molto simile a quanto avvenuto nell’atletica, con Jacobs e Tamberi grandi inziatori dell’età dell’oro azzurra.

E mentre Sinner studia il sorpasso ad Alcaraz per prendersi la seconda posizione mondiale già a Indian Wells, già ci chiediamo chi possa rafforzare la nostra corazzata tennistica. Cobolli è già arruolato, col suo gioco potente e di grande personalità. Darderi è l’ultima sorpresa: l’italo-argentino è arrivato alla semifinale del 250 di Cordoba. Ora attendiamo Nardi, classe 2003, con già cinque Challenger e tre Itf in carniere, e appena fuori dalla Top 100. C’è poi Zeppieri, mancino di ventidue anni talentuoso come pochi e pronto al decollo. E l’aspettativa c’è pure per un altro romano, Matteo Gigante, classe 2002 che dall’inizio dell’anno ha già vinto i Challenger di a Nonthaburi (Thailandia) e di Tenerife. E se poi Berrettini torna quello di Wimbledon 2021...

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