Fortitudo: si è dimesso il presidente Stefano Tedeschi

Fatale l’ennesima sconfitta di mercoledì contro Cantù che porta il bilancio di inizio stagione di appena 4 vittorie a fronte di 6 ko. Il comunicato: “Senso di frustrazione e amarezza”

di FILIPPO MAZZONI
14 novembre 2024
CONFERENZA STAMPA   PER COLLABORAZIONE  FORTITUDO  BOLOGNA    E  ISTITUTO  RAMAZZINI

Il presidente della Fortitudo Stefano Tedeschi si è dimesso

Bologna 14 novembre 2024 – La sesta sconfitta stagionale fa scoppiare una bomba in casa Fortitudo. Il ko subito mercoledì sera a Desio nella sfida contro l’Acqua S.Bernardo Cantù ha portato ad una serie di imprevedibili ripercussioni in casa Fortitudo. Il difficile avvio di campionato con un bilancio di appena 4 vittorie a fronte appunto di 6 sconfitte subite suona pesantemente in casa biancoblù non solo per la squadra, ma soprattutto a livello dirigenziale.

Proprio nel giorno del suo settantunesimo compleanno il presidente Stefano Tedeschi ha infatti ufficializzato le sue dimissioni, rimettendo il proprio mandato al consiglio della Fortitudo.

Il comunicato della Fortitudo

"Dall’estate 2023, sono stato incaricato di ricoprire il ruolo di presidente di questo Club che amo fin da ragazzo, dovendo metterci sempre la faccia in prima persona, sia nelle situazioni che – ad oggi – hanno comportato onori, sia in quelle che hanno comportato oneri. Ho sempre voluto condividere questa quotidianità con tutti i Soci in maniera rispettosa e trasparente, ponendomi come imperativo quello di privilegiare i fatti alle parole e alla visibilità. E al netto degli importanti e gratificanti risultati già ottenuti in questi 16 mesi dal punto di vista societario, mi sono sempre impegnato (nelle mie rare esternazioni pubbliche) a garantire a tutti i tifosi della nostra amata Effe, che riempiono ogni anno il PalaDozza a prescindere dalla categoria e costituiscono il patrimonio più inestimabile di questo Club, che quantomeno sotto l’aspetto del carattere e dell’animus pugnandi, non avremmo mai assistito a partite prive di questi requisiti minimi. Perché ogni giorno – per chi lavora per questo Club e ne difende simbolo e colori – c’è una storia da onorare e un popolo da rispettare, che merita – a sua volta – che vengano perseguiti anche obiettivi sportivi che non possono coincidere con ciò a cui abbiamo assistito in questo primo scorcio di stagione. Si possono vincere e si possono perdere delle partite anche di 30 o più punti (è la legge dello sport ed è già accaduto anche negli ultimi anni) ma non così. Non in questo modo.

Non sono un ‘tecnico’ e (pur seguendo il basket da più di 50 anni) non avrò mai la pretesa di voler imporre i miei pensieri e le mie idee ai dirigenti preposti per prendere le decisioni all’interno del Club.

Ma se nessuno (indistintamente, non mi riferisco ad una persona piuttosto che ad un’altra), dopo lo scempio al quale ho assistito ieri a Desio, ha avuto il pensiero e la dignità di provare a fornire spiegazioni e mettersi, quantomeno, in discussione in queste ore, allora il passo indietro lo faccio io. Mettendoci ancora una volta la mia, di faccia. Come ho sempre fatto, nel bene e nel male, con i difetti che posso avere ma non, di certo, quello di essere una persona che ricerca visibilità e che vuole restare incollata ad una poltrona (pur amata e prestigiosa come questa) a dispetto dei santi.…

Con un profondissimo senso personale di frustrazione a amarezza ma anche con la consapevolezza che un ‘trend’ complessivo come questo sia impossibile da accettare inermi, rimetto il mio mandato di presidente di Fortitudo Pallacanestro al Consiglio Direttivo di Sporting Fortitudo, compagine della quale continuerò a far parte in veste di Socio. Perché un conto è ‘astenersi dalla lotta’ (e io di certo non mi astengo quando si tratta di lavorare per salvaguardare l’esclusivo, incondizionato bene della Fortitudo), un altro è esporsi – pur amaramente – in prima persona per provare a correggere una tendenza e dinamiche complessive (non solo tecniche) impossibili da mantenere in questo stato. Forza Fortitudo, sempre e comunque! Stefano Tedeschi".

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