Nba Finals: ai Nuggets non basta un super Jokic. Miami sbanca Denver 111-108

Gli uomini di Spoelstra si impongono alla Ball Arena e portano sull'1-1 la serie che ora si sposta in Florida

di MATTEO AIROLDI -
5 giugno 2023
Adebayo (ANSA)

Adebayo (ANSA)

Denver (Stati Uniti), 5 giugno 2023 – I Miami Heat battono un importantissimo colpo e, dopo il perentorio ko incassato in gara 1, sbancano la Ball Arena di Denver piegando i Nuggets 111-108 e portando sull’1-1 la serie delle NBA Finals, che ora si sposta in Florida. Contrariamente a quanto accaduto pochi giorni fa, gara 2 è stata una partita dai mille volti, dalle altrettante emozioni regalate e dall’altissimo tasso di intensità. Dopo essere partiti con il turbo innestato grazie ai 12 punti di Struss nei primi 12’, gli Heat hanno subito il rientro dei Nuggets, capaci di toccare anche il +15 nel secondo quarto prima di rientrare negli spogliatoi avanti di sette lunghezze (57-51). La franchigia del Colorado non è però riuscita a capitalizzare quanto di buono fatto nella seconda frazione e neppure un terzo quarto da 18 punti di Jokic. Dal +8 a 12’ dalla fine, infatti, gli uomini di coach Malone sono sprofondati a -12 con poco meno di 4’ ancora da giocare, stritolati dall’insidiosa difesa di Miami e colpiti dalla “second unit” avversaria guidata da Robinson, che ha spianato la strada alle fiammate di Lowry Butler e Adebayo. Una spallata che non è comunque bastata per affondare Jokic e soci, capaci di imbastire l’ennesima, generosissima rimonta, fermatasi solo sull’errore finale di Murray che, segnando dall’arco, avrebbe potuto portare quantomeno il match all’overtime. A trascinare gli Heat a questo preziosissimo successo, oltre a una difesa che ha fatto perdere fluidità all’attacco avversario nei momenti chiave della gara, ci ha pensato il terzetto formato da Gabe Vincent (23 punti) Bam Adebayo (21 punti e 9 rimbalzi) e Jimmy Butler (21 punti). Doppia cifra anche per Max Strus (14 punti, di cui 12 mandati a bersaglio nel primo quarto) e Duncan Robinson, preziosissimo nel quarto quarto. Il contributo del “supporting cast” è invece mancato ai Denver Nuggets, ai quali non sono bastate le doppie doppie di Nikola Jokic (41 punti e 11 rimbalzi) e Jamal Murray (18 punti e 10 assist).

La gara

Miami parte con la sorpresa Kevin Love in quintetto ma soprattutto con tanta energia e con i canestri di Struss per lo 0-7 iniziale. Sul fronte opposto servono invece quasi 3’ a Nikola Jokic – pur essendo offensivamente più aggressivo rispetto a gara 1 – per trovare il primo bersaglio della serata. La forbice del divario si allarga fino al 2-10, che spinge Malone a rifugiarsi in un timeout. In uscita dal minuto di sospensione, Murray cerca di scuotere i suoi con una bomba dall’angolo, ma Miami non si lascia intimidire, corre, mette maggior fisicità nei contatti rispetto agli avversari, approfitta di una Denver fuori giri e allunga nuovamente raggiungendo con il canestro di Jimmy Butler la prima doppia cifra di vantaggio della serata (10-21). I Nuggets incassano i fendenti di Struss (12 punti con 4/7 dal campo nei primi 12’) e soci e, nel momento in cui Jokic sale di colpi, risalgono la china raggiungendo il -3 al suono della sirena di fine quarto (23-26). Quando invece il centro di Sombar scende in panchina a rifiatare in avvio di seconda frazione, Miami decide di giocarsi la carta della zona: una mossa che però non riesce a stoppare la risalita dei Nuggets, che trova il suo coronamento nei liberi di Green valsi il sorpasso (27-26). L’inerzia del match cambia improvvisamente padrone: Denver inizia a fare malissimo a Miami con la difesa sul lato debole e con le bombe in rapida successione di Green, Murray e Gordon (7/10 dall’arco iniziale per gli uomini di Malone), le quali alimentano un tramortente parziale di 27-9 che fa volare i Nuggets sul +15 (35-50). Sul fronte opposto arriva la pronta replica di Love, Lowry e Struss che tamponano l’emorragia, interrompendo il momento di rottura prolungata degli Heat e avviando un 21-7 che permette agli ospiti di passare pressoché indenni la tempesta e di rientrare negli spogliatoi con sole sei lunghezze di ritardo (57-51). Gli uomini di Spoelstra ricominciano a crederci, tornano sul parquet con piglio più aggressivo e, grazie alle giocate di Vincent, riescono ad imbastire una rimonta che li spinge fino al -2 (64-62). A togliere le castagne dal fuoco nel momento di maggior difficoltà dei Nuggets è il "solito” Jokic che difende forte, realizza canestri pesanti (18 punti nel solo terzo quarto per lui) e respinge gli assalti degli Heat trascinando i suoi al nuovo +8 a 12’ dalla fine (83-75). All’alba della quarta frazione, però, il pivot serbo scende nuovamente in panchina a rifiatare e Miami ne sa approfittare per piazzare la zampata vincente: un 15-2 alimentato da 10 punti di uno scatenato Robinson e chiuso dai liberi di Vincent (90-85). La zona fa il resto ed irretisce l’attacco di una Denver che non trova più la giusta fluidità nella trama di gioco: sono le fiammate di un Jokic un troppo solo in attacco a tenere in scia la franchigia del Colorado. I padroni di casa, però, nel momento in cui si accendono Butler, Lowry e Adebayo non riescono più a contrastare Miami, la quale allarga il parziale fino al 32-12 e si porta sul +12 a meno di 4' dalla fine (107-95). Un colpo capace di mandare ko qualsiasi altra squadra, tranne i Nuggets: i padroni di casa infatti non ci stanno e con la tripla di Gordon fanno partire l’ennesima rimonta della serata che si ferma solo sull’errore a tempo quasi scaduto di Murray, il quale manda sul ferro la tripla del possibile overtime.

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