Da Polonara a Ivan Basso, i campioni che hanno preso in contropiede la malattia

Il ritorno in campo del cestista virtussino: non è l’unico atleta ad essere tornato in gioco dopo la diagnosi di tumore

di Redazione Sport
5 dicembre 2023

Ivan Basso (oggi 46 anni), alla Cesenatico 9 colli

Bologna, 5 dicembre 2023 – Achille è epico, ma anche umanissimo, nel suo ritorno in campo. Una dimostrazione di forza e di speranza che vale per tutti, con lo sport che ancora una volta si eleva a nobile metafora dell’esistenza. La storia di Polonara, domenica sul parquet assieme alla sua Virtus a nemmeno due mesi dalla diagnosi di tumore al testicolo, con anche 5 punti segnati che valgono più di tutti i regali sulla slitta di Babbo Natale, è in realtà solo l’ultimo capitolo di una saga – quella dei campioni che hanno fronteggiato la malattia – che diffonde importantissimi messaggi di fiducia a tutti.

Nel calcio, i casi di Acerbi dell’Inter e, recentemente, quello di Haller del Borussia Dortmund, stanno a dimostrare quanto il cancro sia un avversario senz’altro di cui avere timore, ma affrontabile senza precludersi alcun sogno. Entrambi sono tornati al massimo livello, ’Ace’ ha superato anche una recidiva. Nel 2011, fu Eric Abidal del Barcellona a dover fronteggiare il più insidioso degli avversari. Si trattava nel suo caso di cancro al fegato. Due mesi dopo l’operazione, eccolo in campo nella finale di Champions, vincendola. Un anno dopo, il trapianto: superato anche quello.

Nel volley, nel 2011 l’alzatore Giacomo Sintini si ritrovò di fronte una rete altissima: un linfoma maligno. Messo poi alle spalle con cure e attenzione top, fino a tornare in campo e a vincere lo scudetto con Trento. Con una missione in più: aiutare i malati, grazie all’associazione da lui fondata. Campionessa tricolore della pallavolo dopo la guarigione è stata anche Leo Lo Bianco, che nel 2010 ha dovuto affrontare un tumore al seno. Nel beach volley, Daniele Lupo vinse l’argento olimpico con Nicolai a Rio 2016, un anno dopo la diagnosi di tumore al ginocchio e un’operazione.

A Ivan Basso, due volte vincitore del Giro, sul finale di carriera fu diagnosticato un tumore al testicolo. Decise di smettere, ora è un dirigente di ciclismo coi fiocchi. Poi c’è Inge Dekker, nuotatrice olandes che coronò il sogno di partecipare alla sua quarta Olimpiade nel 2016 pochi mesi dopo aver saputo di avere un cancro cervicale.

Storie numerose di un contropiede che i campioni attuano con tutti i loro mezzi a disposizione – resistenza fisica e mentale – una volta che la malattia si pone di fronte a loro. Non è solo una questione di volontà, come si tende spesso, erroneamente, a credere. Ma le cure migliorano sempre, e la fiducia della vittoria, quel che è importante, diventa così una fondamentale e insostituibile compagna di viaggio.

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