Virtus, Zanetti si dimette da presidente. Cda da rifare: in bilico la posizione di Baraldi
Svolta dopo un lungo periodo di tensioni: stamattina il patron della Segafredo illustrerà le motivazioni in una conferenza stampa
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Da sinistra, il patron della Virtus Segafredo Massimo Zanetti e il ceo Luca Baraldi (Ciamillo)
Bologna, 29 gennaio 2025 – Massimo Zanetti si è dimesso dalla carica di presidente della Virtus. Contemporaneamente hanno rassegnato le loro dimissioni anche i consiglieri Nicola Gualandi e Giuseppe Sermasi e siccome il consiglio di amministrazione del club bianconero è composto da cinque membri è automaticamente decaduto in considerazione di queste tre rinunce.
La palla passa, quindi, all’assemblea dei soci - composta dall’azionista di maggioranza Massimo Zanetti, da quello di minoranza Carlo Gherardi e dalla Fondazione Virtus che ha una quota minima - che dovrà definire la composizione del nuovo cda.
Nella mattinata di oggi il momentaneo ex numero uno della V nera, insieme agli altri membri dimissionari, illustrerà in una conferenza stampa convocata ad hoc le ragioni di questo suo gesto.
Di fatto si chiude un regolamento di conti che va avanti da questa estate, quando la Segafredo a maggio ha ridotto del 60% la sua sponsorizzazione e qualche mese dopo la società è stata in predicato ad essere ceduta a un fondo statunitense di matrice israeliana, una possibilità immediatamente abortita, ma che ha visto la società spaccata in due con Zanetti da una parte e Gherardi, insieme al ceo Luca Baraldi dall’altra.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’impressione di tutto l’ambiente che il socio di maggioranza in accordo con il direttore generale Paolo Ronci facessero melina sul mercato per non ingaggiare nessuno e non mettere mano al portafoglio dopo l’infortunio di Clyburn, ma in questi primi sei mesi della passata stagione ci sono state altre avvisaglie.
Ora gli scenari possibili sono due. Quello più scontato e sicuramente più probabile, vede una assemblea dei soci che definisca un consiglio di amministrazione senza la presenza di Baraldi e che nelle decisioni operative dia più potere a Ronci, mentre il secondo vede realizzarsi quello che da tempo si vocifera sotto i portici di Basket City. Pur con versamenti frazionati è aperto un aumento di capitale per consentire alla V nera di restare in linea con i parametri economici richiesti dalla Federbasket e se in questi giorni Gherardi effettua un versamento e completa l’operazione passa in maggioranza a meno che Zanetti con un altro versamento non compensi in tempi rapidi la cifra e ristabilisca gli attuali equilibri che vedono l’imprenditore leader nella produzione di caffè al 55% e il proprietario di Cribis fermo al 45%.
Gli attuali accordi tra le parti non prevedono sgarbi del genere, ma stando alle indiscrezioni se si concretizzasse questa ipotesi non sarebbe la prima volta che l’intensa tra i due non è rispettata alla lettera.
Non va dimenticato che Gherardi ha anche rilevato da Bologna Fiere un credito che l’ente fieristico aveva nei confronti del club per 2 milioni e 400mila euro e anche questo aspetto ha un peso in una partita a scacchi dove non si capisce bene quale sia la posta in palio.
Queste tensioni tra i soci e la conseguente mancanza di investimenti rischiano seriamente di tenere fuori la Virtus dalla prossima Eurolega, gettando così alle ortiche tutto quello che è stato costruito negli ultimi otto anni.
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