Troppo Real per l’Atalanta: una grande Dea si inchina ai fuoriclasse del Madrid

La squadra di Gasperini ha giocato meglio per 50 minuti, poi ha ceduto di fronte ai fenomeni di Ancelotti

di FABRIZIO CARCANO
14 agosto 2024
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Tutta la delusione di Mario Pasalic: l’Atalanta è stata sconfitta per 2-0 nella finale di Supercoppa europea dal Real Madrid

Applausi a questa Atalanta, che davvero di più non poteva fare in questa finale di Supercoppa Europea. Non contro questo Real Madrid che ha vinto grazie al talento infinito dei suoi troppi campioni, ma solo dopo aver sofferto per 50 minuti, con la Dea che aveva preso una traversa e aveva sfiorato la rete al 47’ con un colpo di testa di Pasalic respinto miracolosamente da Cortuois, la parata che forse ha cambiato il destino della partita.

Spianando la strada alla cavalcata trionfale del Real Madrid, trascinato dai suoi incontenibili cavalli di razza: da Vinicius, autore dei due assist, da Mbappe’, autore del raddoppio, da Bellingham che ha avviato entrambe le azioni dei gol, incluso il primo sigillato da Valverde.

Davvero troppi campioni tutti insieme, per cui di più la Dea - rimasta orfana nell’ultima settimana di Scamacca, Toloi, Zaniolo e dell’ammutinato Koopmeiners - non poteva fare, non con tutte queste assenze.

Applausi alla squadra di Gasperini che per tutto il primo tempo ha tenuto sotto scacco la coarazzata di Ancelotti, togliendole il respiro con il pressing alto uomo a uomo, costringendo il Real a ripiegare continuamente sul proprio portiere Cortuois, di fatto il migliore in campo dei suoi fino al 59’ quando si sono scatenati i fenomeni dell’attacco madrileno.

Bella serata comunque per l’Atalanta, uscita tra gli applausi sinceri dei 6000 tifosi bergamaschi saliti fino a Varsavia, e adesso attesa da una Champions da protagonista. Magari con il ritorno nei ranghi del ‘figliol prodigo’ Koopmeiners, su cui è in corso un’azione diplomatica di recupero alla causa atalantina. E con l’inserimento di Retegui e Zaniolo la Dea avrà altre frecce al suo arco per colpire davanti, sfruttando il perfetto assetto tattico costruito e cementato dal maestro Gasp.

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