Fenucci alza la voce: “Stanchi dei rumors, l’intenzione è tenere tutti”

L’ad: "Grazie alla forza di Saputo, la nostra crescita non è soltanto a livello sportivo. Stiamo inseguendo un traguardo storico e le voci sul mercato ci danno fastidio".

di MASSIMO VITALI -
16 aprile 2024
"Il Bologna è un club forte. Siamo stanchi dei rumors. L’intenzione è tenere tutti"

"Il Bologna è un club forte. Siamo stanchi dei rumors. L’intenzione è tenere tutti"

Bologna, 16 aprile 2024 – Motta che sorride con divisa di ordinanza bianconera manco fosse già a Vinovo. Subito a ruota Calafiori che indossa la maglia della Juve. Per non dire di Zirkzee, che da mesi su siti, pagine di giornale e scenari televisivi di mercato ‘gira’ sfoggiando la casacca del Milan (con tanto di ‘like’ di Leao e sorrisetti ammiccanti dell’ad rossonero Furlani).

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Per Claudio Fenucci la misura è colma. Il Bologna che dall’alto di un quarto posto stratosferico e inimmaginabile sta facendo strabuzzare gli occhi a tutta la serie A (e non solo) non è un supermarket a cui tutti in estate potranno attingere depredandolo dei pezzi più pregiati. Tutt’altro: è un club con le spalle larghe (vedi alla voce Saputo) che ha intenzione di non fare di questa impareggiabile stagione l’eccezione.

Il suo disappunto l’ad rossoblù lo ha espresso a chiare lettere ieri, intervenendo ai microfoni di Radio Tv Serie A. "Stiamo vivendo un percorso importante che ci fa sognare un traguardo che segnerebbe la storia del club – dice Fenucci senza mai menzionare la parola Champions – ma quello che mi da fastidio è l’accostamento, che fanno i media, dei nostri tesserati ad altre squadre. C’è troppo rumore attorno ai nostri giocatori e questo non mi sta bene. Siamo una società forte, una delle più solide della serie A, e non c’è alcuna intenzione di cambiare questo gruppo. L’intenzione anzi è quella di proseguire il percorso con questo allenatore e questi giocatori".

Giù le mani dal Bologna, insomma. O, se proprio qualcuno si volesse avvicinare, sappia che i pezzi pregiati di Casteldebole (tutti meno Ferguson, purtroppo ko per la rottura del crociato anteriore del ginocchio) alla bottega di Sartori costeranno un occhio della testa: sempre ammesso che l’intenzione del club sia quella di cederli. "Siamo un club che grazie alla forza del suo azionista ha un progetto di crescita che riguarda non solo la parte sportiva", rimarca il concetto Fenucci.

Che scaccia l’idea secondo cui queste azioni di disturbo possano intralciare il cammino della squadra: "Sono sicuro che sul gruppo tutto questo abbia un effetto limitato: sono tutti concentrati nel raggiungimento dell’obiettivo. E pressioni non ne abbiamo, perché stiamo andando molto oltre le aspettative di inizio campionato". Un Bologna così altisonante, dice Fenucci, "è un bene per il calcio italiano, perché questo club rappresenta qualcosa di importante nella storia del nostro calcio. Ha vinto tanto e il fatto che si ritrovi adesso a lottare per una posizione di prestigio è solo un primo passo".

Il prossimo passo si chiama Roma-Bologna: La Partita, a maggior ragione per l’ex giallorosso Fenucci. "Il gol dell’ex non lo posso fare – scherza l’ex dirigente della Roma – ma mi fa piacere trovare sulla panchina De Rossi: di lui ho sempre detto che era un predestinato". Un po’ come Motta, il cui futuro resta avvolto nel mistero. "Thiago lavora come se avesse un contratto a lungo termine – il mantra di Fenucci – l’importante è concentrarsi sugli obiettivi immediati". Senza farsi ossessionare dal modello Atalanta. "E’ difficile replicare modelli di altri. Noi dobbiamo trovare una nostra strada". Che non sarà certo quella del supermarket per tutte le tasche.

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